IL BOSS E L’ ITALIANA – 13^ PARTE

Tredicesima parte del racconto scritto da Sharonlacorta.

Buona lettura e buon fine settimana.

Bruce si fece portare in città da Jon e poi, sotto un blando incognito, iniziò a girarla in lungo e largo, da solo. Pochi, anzi pochissimi accennarono a voltarsi e ad indicarlo, per poi scuotere la testa in diniego: no, non poteva essere lui, impossibile. Ebbe modo di apprezzarla e di capire come mai Nora amava quel posto. Mise in pratica il suggerimento e visitò per un lungo pomeriggio il Museo di Arte Moderna e Contemporanea, divenuto famoso a livello europeo. Vide, e Nora gliene aveva accennato, la pista ciclabile e constatò che per quel breve periodo di vacanza avrebbe potuto anche tenersi un po’ in forma correndo e andando in bicicletta lungo il fiume. Nel fare la strada di casa Jon si perse e passarono di fianco allo stadio. Uno stadio piccolo, che però bastò per risvegliare dentro di lui la voglia di suonare e possibilmente davanti a un assembramento di fans urlanti. Gli venne un’idea. Poi però mentre Jon cercava di orientarsi, parlando quasi da solo ad alta voce, Bruce capì che il capoluogo regionale era ad un tiro di schioppo da lì. Chiese a Jon di accompagnarlo. Arrivato in città, ormai a sera, cercò di capire dove potessero essere le strutture (stadio o palazzetto) che potessero potenzialmente accogliere un evento di una certa magnitudo. Jon fu di grande aiuto e dopo un’occhiata veloce allo stadio, decise di tornare verso casa di Nora.

Sotto il portico bussò alla porta d’ingresso. Gli aprì Evan.
“Nora sta facendo yoga…” gli disse sottovoce.
Bruce sorrise.
“Davvero? E’ in camera tua?”
“Già…” Evan fece strada piano e silenziosamente socchiuse la porta che comunque era solo accostata. Bruce rimase dapprima shockato. Dov’era finita la faccia della sua fidanzata??!! Poi si accorse che Nora stava praticando la posizione della candela. Lentamente cambiò l’appoggio delle mani sui fianchi e fece calare le gambe, formando un ponte. Poi, ancora lentamente appoggiò i lombi al tappetino, cambiò nuovamente la posizione delle mani, mettendole di fianco alle orecchie e si eresse nella posizione della ruota. Fu allora che lei lo vide.
“Oh! Ho quasi finito!”
Bruce uscì. Poteva davvero fare quelle cose? Incredibile…
“I bambini sono in casa?” chiese ad Evan.
“Sono di sopra a giocare… o a guardare un cartone, non so”
“Vado un momento da loro”
Passando di fianco alla cucina si accorse che il tavolo era apparecchiato… per tutti. Quella sera, per la prima volta, avrebbe avuto una sorta di reale esperienza “familiare” con lei e i suoi affetti e quelli di lei.
Fece capolino in una delle due camere dei bimbi e non trovò nessuno. Bambole, qualche orsetto di peluche… era la stanza di Emma. Provò nella stanza di fianco: un caos epico, macchinine (per lo più rotte), costruzioni, Chinook acciambellato sul tappeto e due creature, con lo sguardo calamitato dalla tv. Stavano guardando Topolino.
“Ehi ciao”
I bimbi si guardarono. Poi fecero un timido cenno di saluto.
“Guardate Topolino! Che bello. E vi piace? Cosa sta dicendo Topolino?”
I bimbi si guardarono ancora, poi lo guardarono perplessi: non avevano capito quel che Bruce aveva detto loro.
Bruce non si arrese.
“Già… la lingua, non ci avevo pensato”
Si chinò verso un mucchio di macchinine semi distrutte e mimò una specie di corsa con incidente e rumore inquietante di lamiere contorte… Andrea mollò Topolino istantaneamente e si fece coinvolgere nel tremendo incidente a catena che Bruce stava simulando. Emma li ignorava. Dopo una decina di minuti Nora arrivò.
“Ehi!! Che bello, giochi con i miei bimbi!”
“Perché, tu non lo fai?”
“Devo ammettere che lo faccio di rado. Ceniamo? E’ già quasi tutto pronto. Bimbi!! – strillò, anche se erano a meno di un metro – Pappa!!”
Stranamente silenziosi si sedettero a tavola. Senza chiedere nulla Nora iniziò a servire la cena dentro i piatti. Recuperò le ultime cose – acqua, un po’ di vino, parmigiano grattugiato, il pane – poi si sedette a tavola.
“Buon appetito!”
Bruce guardò nel piatto. Non aveva mai fatto lo schizzinoso in vita sua di fronte al cibo ma era quantomeno curioso… Due pallottole fumanti leggermente bitorzolute, della dimensione di due arance, lo fissavano dal brodo dentro il suo piatto. Nora stava spezzettando la stessa cosa nei piatti dei bimbi. La sua aria interrogativa suscitò in lei una leggera ilarità.
“In italiano si chiamano canederli. In tedesco knödel. Sono gnocchi di pane, con speck e cipolla… Assaggia, eretico: vedrai che ti piaceranno”
Evan, che aveva seguito con concentrazione scientifica la spiegazione di Nora si tuffò nel suo piatto, che in men che non si dica fu vuoto.
Tra una portata e l’altra, Bruce decise che dopo cena avrebbe cercato di esternare l’argomento concerti. Era leggermente timoroso, l’esperienza recente gli aveva insegnato che il suo impegnarsi per lavoro anche quando… non era proprio indispensabile, creava attriti.
Aveva già suonato in arene piccole. Ma gli piaceva da matti l’idea di suonare nel “cortile” di casa della sua nuova ragazza. Accipicchia. Anche il vino era buono…
Dopo cena Nora salì in camera dei bambini per metter loro il pigiama e passar del tempo con loro. Bruce ne approfittò per illustrare ad Evan il suo “piano”.
“Suonare qui?”
“Che te ne pare?”
“Papà… hai suonato in qualsiasi buco di posto in qualsiasi angolo del mondo… che differenza fa cosa penso io?”
Preoccupato Bruce gli chiese:
“Secondo te si arrabbia?”
Evan lo guardò.
“Alla mamma non l’avresti chiesto”
“La mamma è una professionista. Nora è una casalinga”
“Questo è vero. Però si ha comunque la sensazione che tu stia rispettando una più dell’altra”
“Ok. Allora faccio di testa mia”
“Come sempre papà. Come sempre”
Bruce si scocciò.
The Boss. Aveva sempre odiato quel nomignolo, ci si era suo malgrado abituato quando aveva notato che anche i suoi fans lo avevano entusiasticamente adottato. Ma il fatto di sentirsi accusato di essere prepotente come un principale lo metteva di cattivo umore.

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MELBOURNE 20.03.2003

La scaletta del concerto di apertura del leg australiano di Bruce Springsteen e la E-street band durante il tour di The Rising nel marzo del 2003

01 Born in the USA (acoustic)
02 War
03 The rising
04 Lonesome day
05 No surrender

06 Prove it all night
07 Empty sky
08 You’re missing
09 Waitin’ on a sunny day
10 The promised land
11 Worlds apart
12 Badlands
13 Out in the street
14 Mary’s place
15 Countin’ on a miracle
16 Backstreets
17 Into the fire
18 Thunder road
19 Bobby Jean
20 Ramrod
21 Born to run
22 My city of ruins
23 Land of hope and dreams
24 Dancing in the dark
25 Glory days

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TRADEWINDS 08.03.1997

Mini bootleg del 1997 di Bruce Springsteen con gli Wallflowers, la band di Jakob Dylan, il figlio di Bob Dylan.

01 God Don’t Make Lonely Girls (6:38)
02 My Girl (4:53)
03 Brand New Cadillac (3:49)
04 Bring It On Home To Me (4:58)
05 Not Fade Away (5:29)

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IL BOSS E L’ ITALIANA – 12^ PARTE

Eccoci alla fine del terzo mese del racconto Tutta un altra musica il Boss e l’ italiana scritto da Sharonlacorta.

Se qualcuno volesse contribuire mi mandi una mail.

Buona lettura.

Appena rientrati, Nora si fiondò su Giulia.
“Che hai fatto? L’hai cazziato??”
“Ah! Allora hai la coscienza sporca…”
“Gli ho soltanto detto di comportarsi come un buon padre di famiglia”
“Lui che ha risposto?”
“Ha detto: ‘Come un buon padre di famiglia no. Come un adultero sì’”
“Piantala, Giulia….”
“Sembra serio. Ma posso dire la mia un’ultima volta poi non dirò più niente?”
“Tutte le volte del mondo, amore”
“Quell’uomo non ti porterà all’altare”
“E’ un presagio, una minaccia…?”
“Una sensazione. Piuttosto chiara, peraltro. E’ strepitoso, avevi ragione – d’altronde si sapeva… – ma non ti sposerà”
“Ma in fondo ha importanza? Siamo pronti per il prepensionamento…”
“A parte che è anche una certezza perché tu sposata in chiesa, se divorzi, col cavolo che rivedi un altare, a parte quello della patria”
Nora rise.
“Porgerò i debiti omaggi ai caduti, allora… e sopporterò l’idea”
“Spiritosa… se questi sono gli argomenti della funzione credo che chiunque farebbe uno sforzo e sopporterebbe… Sei una cialtrona”
“Lo so – Nora abbracciò l’amica – ma ti amo più della mia vita!!”
“E sei anche bugiarda!” strillò Nora.

Il fine settimana volò via, armonicamente e venne anche il momento per Giulia di tornare a casa sua. Bruce volle ancora parlare con lei, prima che se ne andasse: era stanco e non sarebbe andato con le due donne ad accompagnare l’amica di Nora in stazione.
“Ehi” l’abbracciò affettuosamente.
“Mi è piaciuto moltissimo conoscerti, spero di vederti ancora”
“Anch’io… – fece Giulia – spero di vederti, e presto anche sul palcoscenico”
“Di questo si può parlare… A proposito: Nora mi ha detto che canti in un coro?”
“Veramente canto in tre cori, Nora è la solita smemorata imprecisa…”
“Una voce bianca mi piacerebbe aggiungerla… anche perché con la storia di Patti… non so che cambiamenti potrei dover apportare all’assetto della Band”
“No, dico: mi stai… OFFRENDO UN LAVORO??!”
“Ci sto pensando su… Ci incontriamo, ti faccio un provino… Che registro hai?”
“Alto! Altissimo!! Ma per cantare con te avrò tutti i registri che vuoi!!
Bruce rise. In certo qual modo l’entusiasmo delle sue fan ancora lo imbarazzava.
“Benone. Allora ci si organizza” Bruce abbracciò ancora la ragazza.
Giulia si staccò da lui e lo guardò.
“Mi raccomando. Trattamela bene”
“Sissignora”
Giulia e Nora salirono sul SUV, Jon alla guida, e si avviarono verso la stazione.

Quella domenica sera, dopo passeggiate nella neve, lotta a palle di neve – di rigore – biscotti e ancora un po’ di stufato e polenta, Nora, ancora indaffarata in cucina sentì suonare alla porta. Era Alessandro, che riportava i bambini.
“Come stai?” le chiese.
“Bene. Abbastanza. Com’è andata?”
Alessandro ignorò la sua domanda.
“Dov’è?”
Nora arrossì, abbassando gli occhi.
“Fuori. A portare Chinook a spasso”
Alessandro spinse dolcemente i bimbi dentro casa.
“Bacio a papà. Fate i bravi. Ci vediamo presto”
Si rivolse poi a Nora.
“Tutto bene, mangiato, dormito, giocato”
Fece una pausa.
“Avrai bisogno in settimana? Faccio il primo”
“Teoricamente no. Teresa va a prenderli all’asilo. Ma… se vuoi ti faccio un colpo”
“Sì… beh, sì. Magari un giorno o due. Anche attaccati al fine settimana”
“Ti telefono”
Alessandro si voltò senza salutarla. Nora chiuse la porta. Gridò all’indirizzo dei bambini:
“Via scarponi, giacche e tutti nudi! Bagnetto!!”

Notte. Le persiane lasciavano filtrare appena la luce dell’unico lampione dalla strada. Sotto il piumino faceva caldo. Nora non riusciva a dormire, però. Allungò una mano a toccare il corpo nudo di Bruce, che dormiva accanto a lei. Ma qualcosa la fermò. C’era… qualcosa che le impediva il passaggio… Rimase interdetta, poi finalmente capì. Andrea si era trascinato fino in camera sua e si era infilato nel letto, in mezzo a loro due! Passò sulla testa del bambino e andò a toccare Bruce sulla spalla, dolcemente, ma abbastanza forte da svegliarlo.
“Mmmh!! Cosa??”
Nora gli parlò sottovoce.
“Bruce… devi vestirti”
“mmm… perché… perché??”
“C’è Andrea in mezzo…”
“… chi…?”
“Andrea… Bruce sono Nora, svegliati…”
Bruce si voltò. Vide gli occhi di Nora brillare nel buio, sopra una testolina castana. Che russava.
“Oh cavolo”
Sgattaiolò fuori del piumino, rabbrividendo, entrò nel guardaroba, e accesa la luce cercò e indossò il pigiama. Nora lo raggiunse poco dopo.
“Scusa se ti ho svegliato…” lo baciò sulle labbra “Ma non mi pareva il caso che il bimbo si svegliasse domattina e ci trovasse nudi come due bruchi”
Bruce sorrise.
“Hai fatto benissimo. Torniamo a letto, ora”

Nora si alzò presto la mattina seguente. Si vestì, preparò velocemente la colazione per tutti, poi iniziò a svegliare e vestire i suoi figli per portarli all’asilo. Prima di uscire, passò in camera da letto. Bruce era ancora sotto il piumino.
“Io vado… ci sentiamo in giornata. Stasera parliamo un po’ di come possiamo organizzarci ora che siete qui”
“Cosa si fa in questo posto quando le donne con cui far l’amore non ci sono…?
“Si va al MART! Ti chiamo tra poco”
Bruce, grugnendo, tornò sotto il piumino.

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SPECTACLE WITH BRUCE SPRINGSTEEN 25.09.2009

American Skin acustica, basterebbe questo per volere questo bootleg di Springsteen in DVD. Stupendo.

Elvis Costello presents Spectacle with… Bruce Springsteen (apocalypse sound)

Apollo Theater, New York City, New York, USA, September 25th 2009

Episode 1 (Broadcast Date : January 20, 2010)
01. She’s the One – Elvis Costello, Nils Lofgren & The Imposters
02. Interview #01
03. Wild Billy’s Circus Story – Bruce Springsteen, Nils Lofgren & Roy Bittan
04. Interview #02
05. American Skin (41 Shots) – Bruce Springsteen
06. Interview #03
07. I Can’t Stand Up For Falling Down – Bruce Springsteen, Elvis Costello, Roy Bittan, Nils Lofgren & The Imposters

Episode 2 (Broadcast Date : January 27, 2010)
01. Radio Silence – Bruce Springsteen, Elvis Costello, Roy Bittan, Nils Lofgren & The Imposters
02. Radio Nowhere – Bruce Springsteen, Elvis Costello, Roy Bittan, Nils Lofgren & The Imposters
03. Radio Radio – Bruce Springsteen, Elvis Costello, Roy Bittan, Nils Lofgren & The Imposters
04. Interview #01
05. Pretty Woman – Bruce Springsteen & Elvis Costello
06. Interview #02
07. Seeds – Bruce Springsteen, Elvis Costello, Roy Bittan, Nils Lofgren & The Imposters
08. Interview #03
09. Black Ladder – Bruce Springsteen, Elvis Costello & Nils Lofgren
10. Interview #04
11. Galveston Bay – Bruce Springsteen & Roy Bittan
12. The Rising – Bruce Springsteen, Elvis Costello, Roy Bittan, Nils Lofgren & The Imposters

DVD : NTSC CODE REGION 0 (Plays on all DVD players) DOLBY DIGITAL INTERACTIVE MENUS
SOURCE: TV BROADCASTS 1 DVD TRIFOLD DIGIPACK SLEEVE

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Blue Collar Troubadour

Spero che questo articolo del 1984 sia di vostro interesse.

Che ne pensate?

BLUE-COLLAR

TROUBADOUR

At 34, Bruce Springsteen has never been better, as his barnstorming road showrollsacrosstheU.S.A by Chet Flippo
Groaning and sweating cannonballs, Bruce Springsteen jounces along in the passenger seat of a packed-to-the-gunwales van barreling out of downtown Detroit at 4 in the a.m. He radiates waves of locker-room Ben-Gay powerful enough to knock down a charging rhino at 30 yards. And he s happy. Happy as only a certifiablyfanaticalrock n rollercan be when he has just strapped on his Fender Telecaster guitar and blown away 24,039 also certifiable rock fans in the very heart of Motor City. Home of the Cadillac and of the Motown Sound. A tough audience. Bruce had just brought them to their knees with three and a half hours of no-mercy, flat-out rock n roll played the way God intended, and now he issuffering for it. Even after a half-hour rubdown by his trainer, Bruce aches from the grueling marathon of singing, dancing and screaming.
Man, he rasps in that familiar Jersey Shore staccato, this was a four and a half tonight. A visitor crammed up against a guitar case behind him asks what he means. I usually lose between three and five pounds during a show, he says. This felt like a four point five. He laughs a contented laugh, and the van sails on through the night.After laying out for three years, the Boss is back with a vengeance. Back with no flash, no lasers, no glitter, no glove. Back with his highly personal brand of straight-ahead, gJoves-off rock overlaid with a deceptively folksy vox populi that has made him the poet of the blue-collar baby boomers, for whom his carefully wrought songs sound like letters ftom home. Just as Hank Williams and Woody Guthrie did before him, Springsteen articulates the thoughts of an entire class of people. And right now nobody does it better. In Detroit Springsteen learned that his new album, Born in the U.S.A., was No. 1 on the charts, the LP s first single release, Dancing in the Dark, was No. 2, and the tour was steaming along at such a pace that he had sold 202,027 tickets—that s 10 nights—at Brendan Byrne Arena in home state New Jersey in just two days. And the tour (this week Bruce is in Washington, D.C.) is going to continue for at least a year, with forays to Canada, the Far East and Europe.
Given all that, the trappings of rock superstardom were astonishingly absent backstage at Detroit s Joe Louis Arena earlier on the balmy summer evening. The fans milling around outside were so well-mannered that even the cops were yawning. No stretch limos for the rock stars; just unobtrusive vans. No stiletto-heeled, slit-skirted, glossy groupies stalking their turf. In the dressing rooms and the tunnels backstage, there were no drugs and nothing stronger to drink than beer.
Welcome to the Hardy Boys on the Road, laughs a management associate. She s kidding, of course, but there s a hearty, all-American air to the proceedings that one doesn t usually find at this sort of event. Sit down, comes a holler from a man with a familiar rock face. He s assistant road manager Chris Chappel, for many years in The Who s organization. Chappel explains he s happy to be here for many reasons. For one: Sanity, no drugs. For another, he s a fan: When I first saw Bruce at Hammersmith Odeon [in London] in 1975, I knew immediately that the rock n roll torch had been passed from the Beatles and the Stones and The Who to him. I had never seen such a great show. And I still haven’t.”
Meanwhile, Bruce is winding up his usual exhaustive sound check in a cavernous hall. He is one of the few rockers who bothers to do a walk-through, listening carefully from every area of the hall while his band is playing. Then he disappears into his dressing room,to remain alone until the show starts. This is a typically exuberant Bruce crowd, screaming Brr—uuu—ce chants that sound like “boos” to the uninitiated. They
hold up lighted matches and those 99-cent discount lighters and scream for Br—uuce some more. Then they stomp and shake the floor and do the Wave and cheer each other. When Bruce finally gains the stage at 8:35 p.m., the spontaneous roar from 24,039 throats is seismic, physically felt, unsettling in its Intensity. Most performers never get thls klnd of ovation when their concerts end. Bruce is clearly among friends In Detroit. He’s a folk hero in his biker boots, tight jeans, kerchief headband and short-sleeved sport shirt with Its sleeves rolled up to display his newly pumped-up biceps. And he’s sporting a proud attitude that proves to be contagious when he rips into Born in the US.A., a blue-collar anthem of the ’80s If ever there was one (kid gets drafted, sent to Vletnam, then prison and every other raw deal possible, but remains a “cool rocking Daddy In the U.S.A.”). The applause is, of course, thunderous. Some of the blue collars in the $14
seats behind the stage (all tickets are $14 or $15) unfurl American flags.

TUTT’ALTRA MUSICA – IL BOSS E L’ ITALIANA 11^ PARTE

La parte precedente del racconto di Sharonlacorta la trovate qui.

Vi ricordo che  accetto guest post quindi se avete voglia di scrivere qualsiasi cosa a tema Springsteen contattatemi.

“Buona questa marmellata…” Evan parlò con la bocca piena.
Nora sorrise.
“Come le fanno gli altoatesini non le fa nessuno… anzi no. Forse questa è austriaca…” prese il barattolo e leggendo i caratteri minuscoli a un metro e mezzo confermò:
“Sì, sì…”
Bruce rise.
“Ehi, donna! Sei più giovane di me e hai bisogno degli occhiali da lettura??”
Nora si rabbuiò scherzosamente.
“Vedrai tu… quando toccherà anche a te…”
“Oh ma a lui tocca già, sai?” precisò Evan.
“Massì???” chiese divertita Nora.
“Mi pareva che soltanto il povero Garry dovesse inforcare gli occhiali per vedere la tastiera del basso…”
“Figurati… papà è orbo come una talpa. Solo che non si arrende…”
Nora sorrise maliziosa.
“Che poi, l’occhialino da lettura fa così sexy…”
“Smettetela. Io ci vedo benissimo”
Evan sorrise.
“Ok papà…”

Capitolo IV

Il telefono di Nora squillò.
“Il mio treno è in orario, se vuoi saperlo”
“Benone! Ci mettiamo in macchina e veniamo alla stazione”
“Naaaaaa. Vieni già con lui?”
“E Evan”
“Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!! Si è portato un figlio dietro??”
“In realtà era pattuito….”
“Io sempre l’ultima a sapere le cose, vero?”
“Si chiamano sorprese, noiosa!”
“Siate puntuali, sai quanto detesti aspettare”
“Sissignora”

Nora relazionò Bruce sulla visita dell’amica. Bruce non se lo fece ripetere due volte: chiamò Jon al telefono e in un batter d’occhio il SUV nero si presentò a casa di lei.
Si recarono tutti alla stazione a prendere Giulia, il cui treno sarebbe appunto arrivato in orario. Il cantante fece girare poche teste: il paese non era molto grande e la gente non lo riconobbe, o se lo riconobbe pensò che non sarebbe stato plausibile che fosse lì, quindi continuò come se niente fosse. Cosa che a Bruce piacque parecchio.
Sulla banchina, non appena il treno si fu fermato, Nora cercò con lo sguardo tra i tanti passeggeri scesi, la sagoma familiare della sua amica. Finalmente la vide. Giulia le sorrise, mentre Nora le si fece incontro: Bruce, Evan e Jon rimasero in disparte.
“Eccoti!! Hai viaggiato bene?”
“Poche chiacchiere, Festi! Cosa ci fa così LONTANO??? Ha paura di essere morso?”
“Beh, poiché gli ho raccontato che tipo sei… sì!”
Si avvicinarono e ci fu uno scambio di convenevoli. Giulia sentì un fremito. Anche a lei Springsteen piaceva parecchio e benché fosse abituata per cultura e formazione morale a fare il Grillo Parlante dell’amica, non potè evitare di sentirsi anche lei percorrere da un brivido di emozione.
“Ecco, la mia amica mi ha parlato molto di te, al di là di quanto io potessi già sapere per conto mio ma… E’ davvero un piacere conoscerti!”
“Se è così allora sai già molto… Tendo a non raccontare i fatti miei alla stampa”
Bruce le strinse la mano con vigore.
“T’ha parlato di Evan?” La rockstar presentò il figlio a Giulia.
“Ma ciao. In compenso tu sei molto meglio dal vivo che in foto…”
Evan arrossì.
Si avviarono tutti in macchina e poi verso casa di Nora. Bruce ed Evan rimasero “isolati” per un po’: le due amiche quando si incontravano si lasciavano trascinare da chiacchierate torrenziali. Poi, una volta giunti a casa, finalmente i due uomini vennero “reintegrati” nella vita delle due donne.
Durante lo svolgersi della giornata, Giulia ebbe modo di avvicinarsi a Bruce.
“Allora, come si sta in Italia?”
In quel momento erano sul portico della casa di Nora, che dalla mezza montagna guardava sulla vallata sottostante.
Bruce sorrise.
“Sempre molto bene”
“Beh… se posso spezzare una lancia sei… capitato bene. Nora è un’ottima padrona di casa”
Bruce guardò lontano, verso il panorama in valle.
“E’ anche altre cose”
“Se fossi un’adolescente sbroccata lascerei che fosse l’invidia a parlare per me… ma non lo sono. Adolescente e sbroccata, intendo. Nora è la mia migliore amica, da tanti, tanti anni. Ci siamo conosciute in tempi non sospetti, sono stata la sua testimone di nozze e sono la madrina dei suoi figli. Io dovrei, e se devo essere sincera ho tentato, seppur con poca convinzione, di ridurla a più miti consigli, dicendole di lasciar perdere. Ma lei naturalmente non lo ha fatto, troppo un Leonaccio. Quindi ti dico: non ho ben capito che tipo di piega abbia preso questa storia, ma sarà meglio per te se la tratti coi guanti. Sarò… più dolce, ma ferma e chiara: se non sei sicuro di quello che fai, non metterti in mezzo, non farle sfasciare la sua famiglia. Anche se, a dire il vero, a questo credo riesca benissimo da sola”
Bruce mostrò un sorriso timido.
“Sei una persona molto diretta… Nora è fortunatissima ad avere un’amica come te. Ti assicuro che l’unica altra volta in cui sono stato così sicuro di quello che facevo è stata… quando ho sposato mia moglie. Con Patti non funziona purtroppo più come prima e ho deciso di compiere un’altra scelta: voglio condividere la mia vita con Nora. Le mie intenzioni sono serissime, se è questo che vuoi sapere…”
“Non vorrei averti offeso ma… Nora è… come posso dire. Trasfigurata. Se questa storia si rivelasse una bolla di sapone, se tutto prendesse un’impostazione… ‘consumistica’, sono sicura che ne morirebbe. Quel che intendo è questo: se dev’essere sport… ti prego: lasciala stare”
Bruce scosse la testa.
“Non è stato sport nemmeno la prima volta. Io… “
“Ok, questo mi basta. Rientriamo? Fa un freddo becco…(it’s beak cold!)”
“Subito…”

——-

Alla prossima settimana.

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SPRINGSTEEN IN EUROPA !!!







La notizia è di quelle che fanno squillare i telefoni alle sei del mattino, anche se fosse domenica.
Quando Tsitalia me la trasmette non vado neanche a leggere lo schermo del pc alle sue spalle, vado direttamente al calendario da muro nella stanza accanto a verificare le date. 
Che strano, non ricordavo di aver portato qui il mobile TV della mia camera a casa dei miei. Oltretutto ingombra da morire e Zzi non si è ancora lamentato, meglio così.

Vediamo, allora, quali sono i giorni dei concerti di questo improvviso mini tour di Springsteen in Europa:

24, 25 e 27 Maggio: Dublino 
29 Maggio: Londra
31 Maggio: Bruxelles
2 Giugno: Parigi
5, 6 Giugno: Milano
9 Giugno: Roma
11 Giugno: Bologna
13 Giugno: Lubiana
14 Giugno: Zagabria
17, 18 e 20 Giugno: Stoccolma
22: Goteborg
24: Copenhagen
26, 27 e 29: Barcellona

“Amore, ragioniamo. A parte il fatto che siamo fottuti, analizziamo lucidamente [si fa per dire] la progressione:
Fine Maggio a Dublino: un classico: è ovvio che c’ha l’anniversario con l’amante, altrimenti non mi spiegherei tanta regolarità. Noi ci siamo sempre andati, non vorrei che non vedendoci si offendesse.
Il 2 giugno in Italia è ponte, quale occasione migliore per invadere la Gallia?
Milano è teoricamente bidonabile, ma essendo due serate è fondamentale andare almeno alla seconda.
Bologna è l’ultima data italiana, sicuro che fa For You, bisogna che ci andiamo.
Lubiana è Lubiana, è dientro l’angolo e non ci sarà nessuno…e poi, guarda che comodo: Bologna – Trieste/doccia – Lubiana, è una tratta unica, quando ci ricapita di passar da casa?”
“Non c’è il matrimonio della tua amica a Tortona il 12 Giugno?”
“Me ne fotto, capirà.
Zagabria, idem, anzi, quasi quasi mi metto già in coda.
La Scandinavia è la Scandinavia, ma a qualcosa bisogna pur rinunciare, però andiamo a Copenhagen per il nostro anniversario e poi Barcellona, che ti lamenti sempre che non ti porto mai al mare.
Che ne dici?
Eh, che ne dici?”
“Troppe date”
“Eh, belin, lo vedo che sono troppe date, ma cadono tutte bene. Tu hai ferie?”
“Le dovrei spostare, ma le ho. Tu, piuttosto, non so quante ne abbia maturate”
“Checcefrega, Zzi, tanto a Giugno mi licenziano”
“Ma no, sei andata anche a Roma a imparare…”
“Sì, sì, facciamo che lo so già che mi licenziano, facciamo anche che adesso andiamo al Verdi a comprare i biglietti, eh?”
“Per l’opera?”
“Ma che opera, cosa vuoi che me ne freghi dell’opera! Per Bruce! Facciamo che li vendono adesso al teatro Verdi, ma bisogna che ci muoviamo altrimenti le vecchine ci prendono a bastonate. Anzi, guarda, adesso vado dentro l’ufficio postale e gli chiedo se ci imprestano la macchinetta che fa i numeri della coda, così evitiamo litigi.”
“Ma siamo già in coda davanti al teatro?”
“Sì, hai visto? E siamo vestiti da casa, porca miseria, si vede che siamo usciti di corsa”
“Va beh, tanto mica andiamo a teatro, siamo venuti solo a comprare i biglietti”
“Ma metti che passa qualcuno che mi conosce? Ecco, vedi? C’è la mia amica che suona che è venuta a far le prove e io sono in pigiama e con le ciabatte rattoppate”
“Fanno le prove alle sette del mattino?”
“Sai come sono i musicisti. Quanti biglietti venderanno a testa? E quanti soldi hai?”
“Io non ho soldi, sono vestito da casa: ho in tasca solo il fazzoletto sporco”
“Merda. E il bancomat?”
“È a casa”
“Andiamo a prenderlo”
“Hai le chiavi?”
“No che non ho le chiavi! Cazzo, guarda come sono vestita, sembro Artur Dent, ho anche la vestaglia adesso!”
“Quindi siamo chiusi fuori”
“Ma come cazzo fai a essere così calmo? Siamo chiusi fuori di casa, in pigiama, senza soldi, davanti al teatro dell’opera per comprare i biglietti di un tour di Springsteen che inizia tra meno di due mesi annunciato dieci minuti fa, assediati dalle vecchie che vogliono passarci davanti per prendere il numerino della posta e tutta l’orchestra che passa e ci deride. Ma ti rendi conto o no di quanto è surreale la situazione?”
“Io sì”
“E sei così calmo?”
“Non è mica reale. Mciù. Mciù”
…  …
“Non darmi bacini!”
“Non vuoi bacini, piccina? Ti rigiravi tutta!”
“Oh, ciao Zzi. Scusa, sì che voglio i bacini del buongiorno. Facevo un brutto sogno, eravamo a comprare i biglietti di Bruce, ma non avevamo i soldi…”
“Su, su. È passato.”
“Sai ho sognato che c’era un tour adesso”
“Vai a fare il caffè, io scarico il Fatto, poi mi racconti”

“Larry! C’è davvero! È scritto sul giornale: <>”é>
“Uaaah! Lubiana! Allora è stato un sogno premonitore! Sono in collegamento telepatico con Springsteen, come Dracula e Mina, come Harry Potter e Voldemort, come Sam e Oda Mae. Sono una strega! Sono una medium!”

“No! Sei una boccalona, era un pesce d’aprile!” 

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THE STADIUM ASS BREAKER 11.07.2009

Ottimo bootleg DVD multi camera del concerto di Springsteen e la E-band a Dublino lo scorso 11 luglio 2009 durante il tour di Working on a dream.

Setlist, DVD 1:
0. The Fields of Anthenry
1. Who’ll Stop the Rain?
2. Badlands
3. Cover Me
4. My Lucky Day
5. Outlaw Pete
6. Out in the Street
7. Working on a Dream
8. Seeds
9. Johhny 99
10. The Ghost of Tom Joad

Setlist, DVD 2:
1. Raise Your Hand
2. You Can Look (But You Better Not Touch)
3. Seven Nights to Rock
4. For You
5. Thunder Road
6. Because the Night
7. Waiting on a Sunny Day
8. The Promised Land
9. The River
10. Kingdom of Days

Setlist, DVD 3:
1. Lonesome Day
2. The Rising
3. Born to Run
———————
4. Hard Times
5. Tenth Ave Freeze-out
6. American Land
7. Bobby Jean
8. Dancing in the Dark
9. Ramrod
10. Twist and Shout

Qualche nota dal realizzatore di questo bootleg DVD:

First night of two in Dublin. Bruce’s first High-Definition sourced multi-camera bootleg ever. Overall, this isn’t as good as the footage from the second night, mainly due to a lack of NB filming as he did on night 2 (and he was no. 1 in line on Night 1, so it would have been a little hard to stealth from there 😉 ). My angle is complete, the other two are not. So some songs are 3-cam, some are 1. And, as we were all shooting from the pit, not all the footage is great. On the other hand, BECAUSE we were shooting from the pit, the best shots are utterly fantastic. There are times when just I am shooting when the video gets a bit crap, due to obstructions and/or shakiness caused by my relative lack of height and poor upper body strength (lightweight the cam may be, holding that fecker steadily up above your head for 3hrs straight isn’t easy). In fact, it took me until half way through Cover Me before I really got the hang of what I was doing. I managed to shoot up until Bruce’s guitar solo before CC’s Sax in Badlands with the Optical Image Stabilisation switched off. Who’ll Stop the Rain isn’t too bad because I could cut away to Skipjack’s angle fo much of it, but Badlands had only me filming, so it’s a bit of a trainwreck. Bruce’s solo is audio only as I realised the OIS was off (and so had to stop recording for the cam to let me switch it on). Even after that it’s still pretty shaky as I don’t start to hold it with both hands until halfway through Cover Me. Anyway, yeah… It’s somewhat inconsistant. Very good overall though, and the spectacular close-ups far outweigh the shaky shots of people’s feet in front of me 😉
The one availible audio source was very poor quality, so I used the in-camera audio from the HF100. It’s not brilliant, but better than the existing audio only source, and fine to listen to once your ears get used to it. Vocals a little low. Yes, the audio is in WAV, yet the cam records in AC3. I decided to do that to avoid any possible re-encoding artifacts from doing 2 levels of AC3 on it, and the video bitrates are still pretty high even with the increased WAV filesize. I was supposed to be being sent a second external audio recording, but the guy started ignoring my PMs after agreeing to mail me a copy…

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