TUTTA UN’ ALTRA MUSICA – IL BOSS E L’ ITALIANA 3^ parte

Eccoci alla terza parte del racconto scritto da Sharonlacorta,avete indovinato chi è il protagonista?

La puntata precedente la trovate qui.

Salì al posto di guida e, da dentro il SUV, invitò Nora a salire. La donna si guardò intorno, interessata dalla macchina; dopo aver messo in moto Bruce rimase come sospeso.
“Dove?”
“Dove cosa”
“Dove si va a mangiare in un posto tranquillo? Sei tu di casa, qui”
“Vai dritto fino all’incrocio, poi gira a destra”
Bruce partì.
Nora lo portò verso la tangenziale, poi gli fece percorrere qualche chilometro nella campagna lombarda. Era buio, ma Bruce era tranquillo, insolitamente tranquillo, come non lo era – negli ultimi tempi – nemmeno vicino a Patti.
Finalmente giunti a destinazione, Nora scese, Bruce la vide scambiare qualche parola col ristoratore; effettivamente era tardi, lei stava probabilmente contrattando la possibilità di farsi preparare invero fuori orario, un piatto di pasta.
Gli fece cenno di scendere, cosa che fece, dopo aver spento la macchina.
Nora lo circondò discretamente con le braccia, assumendo un fare da cospiratore.
“Mio padre conosce molto bene questo posto e il proprietario è disposto a fare un’eccezione, vista l’ora. Ti trovi nel ristorante dove si mangia la miglior cotoletta alla milanese di tutta la Lombardia. Vieni”
Nora gli fece strada verso la sala principale del ristorante, uno spazio tutto sommato raccolto, in un edificio vecchio, deliziosamente ristrutturato, che aveva divisori ricavati da scaffali a giorno su cui stavano ben ordinate parecchie bottiglie di vino. Il solito gusto italiano, pensò Bruce, questo posto non potrebbe essere in nessun altro luogo se non qui.
Si sedettero e si fece loro incontro un cameriere allampanato e con pochi capelli.
“Nora, buonasera! Ma che sorpresa! Il papà sta bene?”
“Buonasera, Stefano, benissimo grazie e scusate l’incursione a tardissima ora… fortuna che eravate ancora aperti. Questo signore è un’artista e viene dagli Stati Uniti. Gliela facciamo una bella cotoletta uso vostro??”
“Preparo anche le patatine”
“Non dimentichi la Bonardina, Stefano….”
“Arriva subito!” la voce del cameriere li raggiunse che lui era già quasi scomparso.
Bruce sorrise. Solo gli italiani avevano quel dinamismo verbale; il suono di quella lingua lo deliziava.
“Non ho capito una parola ma… Era fantastico starvi a sentire”
“Se hai tempo e pazienza ti insegno qualche frase… So che impari in fretta: i tuoi concerti ti rendono gran merito! Hai parlato persino in dialetto…”
“Gesù… sempre meglio del tedesco. Cos’hai ordinato…? Così, tanto per sapere”
“Cotoletta – una fetta di nodino di vitello, battuta, che viene immersa nell’uovo e poi passata nel pan grattato e fritta nel burro chiarificato, patatine fritte – ma fresche e tagliate a mano a rondelle e un rosso leggero e mosso dell’Oltrepò, che si chiama Bonarda”
“Ne sapevo di più prima… Mi par di capire che ti piace cucinare”
“… e mangiare. E anche quello direi che si vede”
Bruce si accarezzò il mento guardandosi intorno. Benedisse quella criminale abitudine dei ristoratori italiani di portare il cestino del pane prima di qualsiasi altra cosa e quando il cameriere tornò con la bottiglia di vino, Nora si fece disinvoltamente avanti per assaggiarlo. Una volta “promosso”, il vino venne mesciuto ad entrambi.
Bruce abbassò lo sguardo sul liquido rubizzo prima di rialzarlo verso la sua commensale.
“Grazie. Per avermi regalato dei momenti di calma”
Nora fece tintinnare il bicchiere contro quello della rockstar.
“Grazie a te. Per avermi concesso il tuo tempo prezioso”
Si guardarono negli occhi. Erano vicini ma forse non abbastanza per scambiarsi un bacio. Nelle loro menti, dietro i loro occhi, passarono tutti i pensieri del mondo. Continuarono a guardarsi, noncuranti dell’ambiente – seppur silenzioso e deserto – che li circondava, era come se stessero galleggiando, con tutto il tavolo e le sedie. Nora posò il bicchiere, poi, con gli occhi bassi, mormorò:
“Io devo provare a farlo, Bruce, perché se non lo facessi, so che me ne pentirei per il resto della vita”
Si avvicinò in modo deciso eppure dolce e posò le sue labbra su quelle di lui. Rimase lì, continuando a muovere le labbra sulle sue, e si stupì del fatto che fossero così morbide, del fatto che fosse profumato di dopobarba, del fatto… che stesse lentamente restituendole il bacio.
Riaprì gli occhi, sorpresa non poco di non essersi accorta di quando li aveva chiusi e vide che la guardava sorridendo.
“Sei la benvenuta… Avrei deplorato che non l’avessi fatto”
“Non… mi sono fatta portare a cena per questo. Non sono venuta a quella festa per questo. Vorrei che tu mi credessi”
“Io ti credo. Stai tranquilla. Nessuno deve fare il processo alle intenzioni di nessun altro. Mica sono stato a guardare”
“Ecco le cotolette!!” il cameriere spezzò l’incantesimo del momento.
Ad ogni boccone tagliato e mangiato, ad ogni sorso di vino versato e bevuto, Bruce scuoteva la testa incredulo di quanto potessero essere buoni il cibo e la bevanda che stava gustando. Nora, dal canto suo, sorrideva soddisfatta, come se avesse cucinato con le sue mani.
Verso la fine del pasto, Nora gli consigliò un dessert, accompagnato da un bicchierino di vino dolce, poi lo forzò a bere un caffè.
“Sei sazio? Stai bene ora?”
Bruce, i riflessi leggermente rallentati dal vino, sorrise.
“Mai stato meglio… Ma ora chi guida?”
“Non ti preoccupare… ti porto io a nanna. Dimmi solo dove ti devo portare”
Bruce cercò di ricordare il nome dell’albergo, poi si frugò le tasche dei calzoni alla ricerca del portafogli dove era quasi certo di aver un bigliettino da visita del hotel. Lo trovò e lo porse a Nora. Lei sapeva perfettamente dove si trovava e fece salire Bruce sul SUV, mise in moto e partì.
La testa appoggiata al poggia testa, gli occhi chiusi, Bruce canticchiava a labbra chiuse il motivo di Life itself. Pareva in uno stato di assoluta beatitudine, a prescindere dalla percentuale di benessere certamente indotta dall’alcool.
“Dove dormi….?” biascicò, quasi senza rendersi conto di aver parlato.
Nora, gli occhi fissi sulla strada gli rispose.
“A casa dei miei genitori”
“E’ lontano…?”
“Non molto, no”
“Non ce n’è bisogno, se non te la sentissi di guidare”
“Stai tranquillo, siamo quasi arrivati”
Nora venne percorsa da un brivido, come una scossa elettrica, dal sacro fino alla cima della testa. Doveva ignorare quello che Bruce le aveva appena proposto. Non avrebbe dovuto essere difficile, innanzitutto era alticcio. Quindi poco attendibile. E poi erano entrambi in una situazione familiare assolutamente limpida, nel senso che, a prescindere dalle varie ed eventuali incomprensioni, erano entrambi sposati con figli.
Ferma ad un semaforo lo guardò. Si era appisolato, se non lo avesse aiutato non avrebbe nemmeno guadagnato il letto, figurarsi cimentarsi in un amplesso con una sconosciuta. Era un uomo normale, nemmeno tanto alto, nemmeno tanto bello. Ma con una personalità smisurata ed era quello che lo rendeva così irresistibile ai suoi occhi e presumibilmente agli occhi dei fans (anche maschi) di mezzo mondo. Ma, nonostante questo… c’era sempre la questione di mogli, mariti, figli.
Giunta a destinazione, si fermò, scese dal SUV e andò ad aprire la portiera di Bruce, e a svegliarlo. Sorrise, leggermente impastato.
“Non sono solo ubriaco, sai? Sono anche molto stanco”
“Dopo solo tre ore di concerto? Non dire scemenze…” Nora ridacchiò, Bruce fece lo stesso.
Nella hall dell’albergo la rockstar venne deferentemente salutata dal portiere di notte. Si fermò, tenendo con leggerezza la mano di Nora nella sua.
“Sei sicura di voler tornare a casa? Fermati. Sono certo che ne hanno di camere libere”
“Anch’io sono certa che ne abbiano, per le tue tasche… Vado a far nanna dai miei, ti ringrazio”
“Che c’entra. Hai l’aria stanca anche tu, sai? Wonder woman…”
Nora in effetti, iniziava a sentire la stanchezza fisica che, visto che si era sorbita anche l’attesa allo stadio oltre al concerto stesso e la festa, poteva addirittura essere superiore a quella di lui.
“Mi fermo. Però non sono d’accordo”
Bruce l’abbracciò leggermente, portandola verso il bancone e prendendo la chiave che il portiere di notte gli porgeva.
Arrivarono al piano, Bruce fece strada, aprì la porta della camera di Nora e le fece cenno di entrare, poi le porse la chiave.
“Ecco qui. Io sono dall’altra parte del corridoio, se hai bisogno, – sorrise, guardando quanto di colpo si notasse che era stanchissima – ma credo che ne riparleremo domattina…”
Nora prese la chiave.
“Grazie. Sei un vero gentleman”
Bruce si allontanò.
Nora si chiuse la porta dietro le spalle. Buttò la borsa su di una sedia, si tolse le scarpe e si godette la sensazione dei piedi nudi sul pavimento. Si massaggiò il collo che ormai da anni non le dava tregua, girò la testa. Si avvicinò alla finestra che ancora per poco sarebbe stato uno schermo nero punteggiato delle luci della città, e guardò fuori. Che serata incredibile. La prima cosa che avrebbe fatto l’indomani, sarebbe stato chiamare la sua migliore amica, Giulia e relazionarla dettagliatamente. Giulia l’avrebbe ammazzata! Anche lei era una fan di Bruce Springsteen ma in quella particolare occasione non aveva proprio potuto andare al concerto, un maledetto impegno preso mesi prima per un viaggio organizzato. Anzi aspetta, si disse: le mando un sms. Si avvicinò alla sedia per recuperare il cellulare da dentro la borsa quando sentì bussare alla porta. Sorrise… Bruce doveva essersi dimenticato qualcosa… Ma certo! Le chiavi del SUV: se le era tenute lei per errore.
Guardò dallo spioncino ed infatti era lui. Aprì la porta, iniziando a dire:
“Lo so, le chiavi del SUV…”
Bruce entrò in camera spingendola col suo corpo verso l’interno.
“Anch’io devo provare a farlo perché se non lo facessi, me ne pentirei per il resto della vita”
La baciò con trasporto, chiudendosi la porta dietro le spalle con il calcagno. Iniziò a cercare un lembo di maglietta o di camicetta, per riuscire a togliergliela, mentre Nora tentava almeno di rallentare il ritmo. Quando la sua bocca scese nel suo collo, lei trovò modo di parlare.
“Bruce… aspetta… non possiamo… non possiamo!”
“Lo so…” rispose Bruce, iniziando ad aprirle la cerniera dei jeans.
Nora riuscì ad arginare la furia dell’uomo. Gli prese il volto tra le mani e lo guardò, nella penombra. Quanto le piaceva. Poteva quasi essere suo padre. Un padre giovane, certo, ma pur sempre un adulto di quasi vent’anni più anziano di lei, che certo non era una ragazzina. Il desiderio era chiaramente intellegibile sul suo volto, nei suoi occhi, in quegli stupendi segni lasciati dal tempo. Addolcì l’approccio, baciandolo più teneramente ed anche lui, si fece più delicato, facendola cadere sul letto. Qui la passione riprese il sopravvento e si ritrovarono nudi in un momento. Nora mormorò:
“Tua moglie… tua moglie è magra… è bella… è magra….”
Bruce l’abbracciò, avvolgente.
“Io voglio te, adesso”
“Ma io sono grossa….”
“Voglio te, adesso” ripetè, come se fosse la cosa più logica del mondo.
E la notte brevissima poiché stava ormai volgendo al termine, cedette il passo all’alba e questa al mattino, che li salutò, abbracciati e profondamente addormentati, come due qualsiasi amanti, in una qualsiasi camera d’albergo.

(CONTINUA PROSSIMA SETTIMANA)

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INTO THE RIVER WE DIVE 08.11.2009

Ottimo bootleg audio della Godfather del concerto di Bruce Springsteen e la E-street band al Madison Square Garden il 9 novembre del 2009.

La scaletta della serata:

101 Wrecking ball
102 Introduction to the river
103 The ties that bind
104 Sherry darling
105 Jackson cage
106 Two hearts
107 Independence day
108 Hungry heart
109 Out in the street
110 Crush on you
111 You can look (but you better not touch)
112 I wanna mary you
113 The river
114 Point blank
115 Cadillac ranch
116 I’m a rocker

201 Fade away
202 Stolen car
203 Ramrod
204 The price you pay
205 Drive all night
206 Wreck on the highway
207 Waitin’ on a sunny day
208 Atlantic city
209 Badlands
210 Born to run
211 Seven nights to rock

301 Sweet soul music
302 No surrender
303 American land
304 Dancing in the dark
305 Can’t help falling in love
306 Higher and higher
307 The fever
308 This hard land

401 Thundercrack
402 The E street shuffle
403 4th of july, Asbury Park (Sandy)
404 Kitty’s back
405 Wild billy’s circus story
406 Incident on 57th street
407 Rosalita (come out tonight)
408 New York city serenade
409 Higher and higher

Il bootleg si compone di tre cd più un quarto con il meglio della serata precedente.

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ALL SHOOK UP – SPECTRUM PHILADELPHIA 19.10.2009

Bootleg audio del concerto di Springsteen a Philadelphia il 19 ottobre dello scorso durante il tour di Working on a dream.

Qui potete trovare il DVD bootleg della sera del 13 ottobre mentre qui il DVD con una raccolta di video delle serate allo Spectrum.

I dettagli del triplo CD:

“All Shook Up”
Bruce Springsteen & The E Street Band
Spectrum
Philadelphia, PA
October 19, 2009
Remastered by Fanatic Records

Bruce and the E Street Band really pulled out all the stops at these last shows at Giants Stadium and again at the old Philadelphia Spectrum. They are all special and worth having!

When I initially downloaded this show I thought the sound was clean and it was great to hear all these rarities. I thankFlying Gonz for that. I put the show away and moved on to other pending projects. Then I got a request from MusicDav(who was at the Spectrum for this gig) and I put it on the back burner. After revisiting the show and comparing it to someof the other recent recordings that had been EQed, I realized that the volume was a little low and it could use tweaking.
Unlike other shows, the bass was brought up, along with the middle and high end. I added fades to the beginning and end ofeach disc and removed the usual audience noise before the encores. I’m very pleased to say that I’m extremely happy with theresults and wish to share it with the community.

The one thing I want to mention about the last stretch of the tour is Bruce’s decision to hire the services of the remarkable Curt Ramm. Curt is an amazing Jazz musician and his contributions on trumpet has elevated the music to a new high. Curt was a player on the “Live From Dublin” with the Sessions Band. If you haven’t visited Curt’s official website: www.curtramm.com ,you should. Especially if you are into Jazz, like myself.

Enjoy!
Rob

Disc 1:

01 When You Walk in the Room
02 Two Hearts
03 My Love Will Not Let You Down
04 Hungry Heart
05 Working on a Dream
06 Thunder Road
07 Tenth Avenue Freeze-out (with Curt Ramm)
08 Night
09 Backstreets
10 Born to Run
11 She’s the One
12 Meeting Across the River (with Curt Ramm)
13 Jungleland

Disc 2:

01 Waitin’ on a Sunny Day
02 Raise Your Hand (with Curt Ramm)
03 It’s Hard to Be a Saint in the City
04 I Wanna Marry You
05 All Shook Up/Blue Suede Shoes
06 Radio Nowhere
07 Lonesome Day
08 The Rising
09 Badlands
10 No Surrender

Disc 3:

01 Land of Hope and Dreams
02 American Land (with Curt Ramm)
03 Bobby Jean
04 Dancing in the Dark
05 Rosalita (with Curt Ramm)
06 You Can’t Sit Down

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INVITI PER GOOGLE WAVE

Mi sono aumentati gli inviti per google wave quindi ho ancora tre inviti da regalare agli iscritti ai nostri blog (www.larrycette.com , www.larryetsitalia.net ed ovviamente questo).

L’ interessata/o basta che mi inoltri una mail con il feed RSS o il post ricevuto per email con la sua identità google.

 Buona fortuna

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SOLO ACOUSTIC TOUR – FIRENZE 21.05.1997

Un altro bootleg di Springsteen in DVD della serie “THE G.S. MASTER COLLECTION” realizzato dalla Kokomo Records.

I dettagli del doppio DVD:

During the last 20 years G.S. has taped an enormous
amount of show of a huge number of artists.
They circulated in the trading community in various
formats: VHS, VCD, SVCD and last DVD but they have
never circulated in their best quality.

G.S. gave to Kokomo Records the key to his collection and
“THE G.S. MASTER COLLECTION” is the result of that
work.

The release presented here is the performance that
Bruce Springsteen gave in Firenze on may 21st 1997
during the last leg of The Ghost Of Tom Joad Solo Tour.
The DVDs are transfers from the original HI 8 mm master tapes,
no camera mix, no adjustment, just the raw footage with some
great work done on dubbing and authoring by the faboulous Digi-TOx.

Technical infos:

PAL video 720×576 25fps (4:3)
Video-Bitrate = 9.640 mbps
Audio: AC3 48 kHz Stereo
Audio-Bitrate = 384 kbps

Lineage: DVD-R > Dvd Decrypter File Mode > Hard Disk Folder

Artwork included.

That’s all, enjoy it!

Kokomos
http://xoomer.virgilio.it/kokomo

BRUCE SPRINGSTEEN – SOLO ACOUSTIC TOUR
Firenze, 21/05/97
KKMDVD-009

DVD ONE:
1. The Ghost Of Tom Joad
2. Atlantic City
3. Straight Time
4. Highway 29
5. Darkness On The Edge Of Town
6. Murder Incorporated
7. Highway Patrolman
8. It’s Hard To Be A Saint In The City
9. Red Headed Woman
10. Two Hearts
11. The River
12. Born In The USA
13. Dry Lightning
14. Long Time Comin’
15. Sinaloa Cowboys
16. The Line
17. Balboa Park
18. Across The Border

DVD TWO:
1. Growin’ Up
2. Working On The Highway
3. This Hard Land
4. No Surrender
5. Galveston Bay
6. The Promised Land

Bonus Track:
The Ghost Of Tom Joad
Festival di Sanremo 20.02.1996

Qualcuno lo ha visto?  Opinioni?

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TUTTA UN’ ALTRA MUSICA – IL BOSS E L’ ITALIANA 2^ parte

Per chi se la fosse persa la prima parte la trovate qui.
Buona lettura.

Il locale ricordava le vecchie discoteche anni 80, specchi, luci, divanetti, un frastuono inimmaginabile al di qua delle casse.
“Portami al bar, perfavore… ho bisogno di una birra gelata” disse Bruce, cercando conforto nella familiarità che Steve sembrava avere con quel posto.
Mentre aspettava al banco, notò due cose interessanti. La prima era che, nonostante la ressa che si accalcava nel locale, nessuno sembrava dar segno di riconoscerlo. Casualità o calcolo? Per ora era un risvolto interessante della serata. La seconda cosa era… la popolazione. C’era un elevatissimo numero di donne. Belle. Giovani. Non… molto vestite. Calcolo. Non poteva essere altrimenti, un altro scherzo di Steve.
“Grande, chiara alla spina” disse il barista, piazzando davanti a Bruce un bicchierone di birra gelata.
Bruce accostò  le labbra al boccale e lasciò che il liquido gelato, leggermente amarognolo e spumeggiante gli recasse sollievo alla gola. La sua mente iniziò a vagare… Mamma, quanta carne al fuoco. Belle, giovani, non molto vestite… Riusciva a leggere la sensualità negli occhi di qualsiasi ragazza adocchiasse nel locale. I sorrisi non indirizzati a lui, la pelle lucida per il sudore, i muscoli guizzanti al ritmo della musica, glutei sodi e pance piatte, qualche seno un po’ più sodo del dovuto. Gli venne una voglia improvvisa, repentina, che mal si sposava con la sua condizione di uomo coniugato, con figli e… ultrasessantenne.
Si voltò  verso il bancone e infilò gli occhi nel boccale, bevendo avidamente, concentrandosi soltanto sulla birra e sul sollievo che gli recava alla gola. Steve era già in mezzo a due bionde, l’aveva scorto prima, che ballava della roba inascoltabile. Beato lui, così… spensierato, così naif.
Passò  il dito sul cerchio bagnato lasciato sul banco dal boccale…. Che cosa lo aveva spinto a buttarsi in quella serata assurda? Non aveva voglia di essere lì, non apparteneva a quel posto. Mentre era immerso nei suoi pensieri e nel disagio dato dal suo sentirsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, sentì la voce di Garry dietro di sé.
“Beh, questo è fantastico! Vieni, posso offrirti qualcosa? Bruce…”
Gli si accostò, accompagnato da una donna un po’ pingue e spettinata, sorridente ma con l’aria leggermente esaurita. Somiglia a me… pensò.
“… posso presentarti Nora? Un contatto di Steve… sai Facebook, internet e tutte quelle belle storie…”
Nora gli tese la mano e biascicò un saluto fuori dalla bocca sorridente. Rimase sorpreso: il miglior accento americano che avesse mai sentito in vita sua da uno straniero.
“Wow…” mormorò.
Nora lo guardò  con aria interrogativa.
“Il tuo inglese. E’ fantastico.”
“Grazie” rispose Nora, senza vanagloria.
Garry si allontanò, guadagnando la strada per la toilette.
Nora lo cercò  con lo sguardo.
“Perbacco. Ho perso il mio “cavaliere”…”
“Posso offrirti io una cosa da bere se ti fa piacere” fece Bruce, tranquillo. L’impeto di poco prima stava fortunatamente scemando.
“Grazie. Bevo volentieri. Negroni, per favore” disse Nora, rivolta al barista.
“E’ andato bene il concerto?” chiese.
Bruce sorrise “Di rado, ma proprio di rado, devo lamentarmi….”
“Mi chiedevo… ma non sei mai stanco?”
“Il pubblico ti dà una carica inimmaginabile” risposte la rockstar, socchiudendo gli occhi ed evocando con i sensi il piacere di avere di fronte 65000 persone plaudenti.
Nora ringraziò  il barista con lo sguardo e iniziò a gustare il cocktail a piccoli sorsi “Posso immaginarlo ma… beh, mi fido del tuo giudizio!”
“Ehi… – fece Bruce incuriosito – che c’è lì dentro?”
“Oh… il cocktail?” Nora pescò la fetta d’arancia con le lunghe unghie e la succhiò. “Un terzo di Campari, un terzo di Martini Rosso e un terzo di gin. Vuoi assaggiare?”
Bruce si fece sfuggire una gustosa risata.
“Caspita, ragazza! Non ci vai tanto per il sottile!”
“In effetti… – fece Nora, con un sorriso a bocca mezza chiusa, che sembrava più un ghigno – dopo uno di questi o te ne vai a letto o ti trovi un divano comodo…”
“Questa mi sembra una buona idea…” Bruce, che aveva puntato già da un po’ un divanetto in una specie di séparée, la prese garbatamente sottobraccio e la condusse in quel luogo lievemente appartato.
Si sedettero vicini. Bruce la guardò. Nora gli restituì lo sguardo, ma incredula, interrogativa. Bruce colse la richiesta di spiegazioni.
“Mi ero stufato del bancone del bar. Ma non sei ubriaca, vero?”
Nora rise.
“Non ancora! Ma conto di esserlo molto presto”
Bruce si rabbuiò  leggermente. Per quando non disdegnasse delle sane bevute non amava le donne in stato di ebbrezza.
“Sarebbe un peccato. La festa è bella. O no?”
“La festa è bella, sì…”
Bruce si sistemò  meglio sul divanetto.
“Senti, posso chiederti una cosa?”
Nora accompagnò  il suo assenso col bicchiere.
“Spara”
“Perché sei venuta qui?”
Nora aggrottò  la fronte.
“Non capisco”
“E’ questo il punto! – fece Bruce – A che serve venire ad una festa se ti vuoi ubriacare? Si fa prima a farlo a casa… e poi è meno pericolo, non devi metterti per strada… se devi star male è molto meglio sentirsi male a casa propria”
Nora sorrise.
“Scherzavo… Stavo scherzando. Non c’è bisogno di scaldarsi”
Bruce si sentì imbarazzato.
“Scusa. Non volevo diventare… invasivo”
“Non lo sei stato”
“Oh è un caso. In realtà sono un gran chiacchierone!”
Nora trattenne a stento una risata, annegandola nel bicchiere.
“Questa la dovevo ancora sentire! Sebbene… certi tuoi DVD lascino trasparire una tua attitudine socievole…”
Bruce bevve un altro sorso di birra.
“Internet quindi. E’ questo il legame tra te e Steve”
Nora fece un cenno di assenso.
“Un giorno ho beccato Steve online mentre ero su Facebook. Ho fatto toc-toc per una chattata e… voilà! Eccomi invitata alla festa post concerto!”
“Quell’uomo è pazzo”
“Oh no. Ti assicuro che ce ne sono di molto più squilibrati in giro per la rete”
Bruce vide una fede al dito di Nora. Dunque anche lei era lì come lui… una specie di errore, una concomitanza infelice e scorretta di tempo e luogo. Guardò la sua fede al dito, l’accarezzò, la fece girare intorno al dito. Vincolo o impegno? Abnegazione o sacrificio? Patti era un’artista come lui, avrebbe dovuto capire almeno un poco come si sentiva lui.
“Dov’è tuo marito?” chiese.
“Dove penso sia tua moglie” fu la pronta risposta di Nora
“A  casa, coi miei figli” chiarì.
“Libera uscita?”
“Adesso sì che sei invasivo”
Bruce sollevò  le braccia, in segno di resa.
“Hai ragione. Scusa”
“Ma no… ti stuzzico. Mi permetto di farlo perché… sento che la modalità del nostro essere qui è simile”
Bruce sorrise, abbassando lo sguardo.
“Mh… di rado mi è capitato di trovarmi così a mio agio a parlare con qualcuno che avevo appena conosciuto, di essere così trasparente per il mio interlocutore”
“Quanto male sei messo?”
“Credo che il fatto che tu ed io si stia ancora indossando la fede la dica lunga”
“Beh. I miei figli sono ancora piccoli. Ma abbastanza grandi da notare una cosa come la mancanza di un anello”
“Lei non capisce le mie ragioni legate al lavoro. Mi vorrebbe a tempo pieno con la famiglia”
“Per forza. E’ una madre”
“Allora tu perché sei qui?”
“Perché sono esaurita. E perché la performance di mio marito come padre non è legata al lavoro”
“Come hai detto che si chiama il tuo cocktail…?”
Nora rise.
“Aspetta. Vado a prendertelo”
“No”
Bruce la fermò, una mano sul braccio.
“Hai mangiato?” le chiese.
“Un panino… quasi quattro ore fa”
“Andiamo”
Bruce la prese per mano e la trascinò via dal divanetto, guadagnando l’uscita.
“Bruce!! Ma che fai??”
La rockstar iniziò a frugarsi le tasche, alla disperata ricerca delle chiavi del SUV. Poi gli venne in mente che poteva averle Jon, il tuttofare che in quel frangente fungeva da autista. Fortunatamente lo vide poco lontano, fuori dall’ingresso del locale, che si fumava una sigaretta.
“Ho fame. Jon! Ehi, Jon!!”
Nora lo vide allontanarsi a grandi passi e, dopo essersi avvicinato e poi allontanato da un ragazzo, profondersi in un gran gesticolare. Meno male che sono gli italiani a parlare con le mani, pensò.
Bruce si riavvicinò  a Nora, sorridente e mostrando le chiavi della macchina.
“Andiamocene a mangiare in un posto tranquillo”

(CONTINUA PROSSIMA SETTIMANA)

Commenti?


Continuate a leggere che il finale è veramente a sorpresa.



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SPRINGSTEEN IL SUO 2009 IN 12 POST

In realtà avrei voluto far uscire questo post la settimana scorsa ma il tempo è volato un po’ troppo velocemente.

Questi sono stati i post (ad argomento Springsteen ovviamente) più letti dello scorso anno.

 Se non ho fatto casino dovrebbero essere 12 post, uno per mese.

Proposte per due ulteriori post da aggiungere come bonus?

I LOVE SHOPPING CON LA BUSSOLA
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BRUCE SPRINGSTEEN ALIAS DR ZOOM AND THE SONIC BOOM 15.05.1971

Bootleg d’annata quello di oggi, testimonia infatti un concerto di springsteen datato 15 maggio del 1971.
Buona, considerando che ha quasi 40 anni, la qualità della registrazione.
Qualche informazione aggiuntiva:
Bruce Springsteen – Alias Dr Zoom And The Sonic Boom
1971-05-15 Newark State College, Union, NJ
CD Title – Springtime in Asbury Park ( Freedom For America Records – 876 543-2 )
Group Therapy 7:39
Pretty Little Woman 9:09
Look Towards The Land 6:11
Going Back To Georgia 8:55
Last Night In Texas 9:11
Will You Still Love Me Tomorrow 12:10
Jambalaya 8:39
Zoom Theme 2:24
Lady Of Boston 13:18
Total Time 67:46
This Was The Second & last Dr Zoom & The Sonic Boom Show the cover of the cd
Says It Was recorded the night before at the sunshine inn , Asbury Park but this is incorrect
This is the correct date & venue
This Is What Brucebase Says:
15/05/71 – NEWARK STATE COLLEGE, UNION, NJ.
IT TAKES A LOT TO LAUGH, IT TAKES A TRAIN TO CRY (6.50)/ SOUTHSIDE SHUFFLE (8.49)/ LOOK TOWARDS THE LAND (5.54)/ GOING BACK TO GEORGIA (8.07)/ LAST NIGHT IN TEXAS (8.43)/ WILL YOU STILL LOVE ME TOMORROW (11.23)/ JAMBALAYA (8.23)/ ZOOM THEME (2.29)/ LADY OF BOSTON (12.35)
The 2nd (and final) performance of the DR ZOOM & THE SONIC BOOM from the 1st annual “Ernie The Chicken Festival” – an excuse for an all-day, outdoor party extravaganza featuring several local bands including SUNNY JIM and ODIN. A very good quality soundboard tape of most (possibly all) of the Dr Zoom set has been in circulation since the early 1990’s and can be found on the CD boot “The Bruce Springsteen Story, Vol 5 – Dr Zoom & The Sonic Boom” (E.ST). The liner notes of the bootleg incorrectly lists the audio as emanating from the previous night’s performance at The Sunshine In – however this audio is definitely from the outdoor (not indoor) Dr Zoom show. MC Kevin Connair can be heard jokingly warning the campus Ambulances (who were parked nearby) to get ready as Bruce opens the show with some screeching guitar.
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