IL BOSS E L’ ITALIANA – 12^ PARTE

Eccoci alla fine del terzo mese del racconto Tutta un altra musica il Boss e l’ italiana scritto da Sharonlacorta.

Se qualcuno volesse contribuire mi mandi una mail.

Buona lettura.

Appena rientrati, Nora si fiondò su Giulia.
“Che hai fatto? L’hai cazziato??”
“Ah! Allora hai la coscienza sporca…”
“Gli ho soltanto detto di comportarsi come un buon padre di famiglia”
“Lui che ha risposto?”
“Ha detto: ‘Come un buon padre di famiglia no. Come un adultero sì’”
“Piantala, Giulia….”
“Sembra serio. Ma posso dire la mia un’ultima volta poi non dirò più niente?”
“Tutte le volte del mondo, amore”
“Quell’uomo non ti porterà all’altare”
“E’ un presagio, una minaccia…?”
“Una sensazione. Piuttosto chiara, peraltro. E’ strepitoso, avevi ragione – d’altronde si sapeva… – ma non ti sposerà”
“Ma in fondo ha importanza? Siamo pronti per il prepensionamento…”
“A parte che è anche una certezza perché tu sposata in chiesa, se divorzi, col cavolo che rivedi un altare, a parte quello della patria”
Nora rise.
“Porgerò i debiti omaggi ai caduti, allora… e sopporterò l’idea”
“Spiritosa… se questi sono gli argomenti della funzione credo che chiunque farebbe uno sforzo e sopporterebbe… Sei una cialtrona”
“Lo so – Nora abbracciò l’amica – ma ti amo più della mia vita!!”
“E sei anche bugiarda!” strillò Nora.

Il fine settimana volò via, armonicamente e venne anche il momento per Giulia di tornare a casa sua. Bruce volle ancora parlare con lei, prima che se ne andasse: era stanco e non sarebbe andato con le due donne ad accompagnare l’amica di Nora in stazione.
“Ehi” l’abbracciò affettuosamente.
“Mi è piaciuto moltissimo conoscerti, spero di vederti ancora”
“Anch’io… – fece Giulia – spero di vederti, e presto anche sul palcoscenico”
“Di questo si può parlare… A proposito: Nora mi ha detto che canti in un coro?”
“Veramente canto in tre cori, Nora è la solita smemorata imprecisa…”
“Una voce bianca mi piacerebbe aggiungerla… anche perché con la storia di Patti… non so che cambiamenti potrei dover apportare all’assetto della Band”
“No, dico: mi stai… OFFRENDO UN LAVORO??!”
“Ci sto pensando su… Ci incontriamo, ti faccio un provino… Che registro hai?”
“Alto! Altissimo!! Ma per cantare con te avrò tutti i registri che vuoi!!
Bruce rise. In certo qual modo l’entusiasmo delle sue fan ancora lo imbarazzava.
“Benone. Allora ci si organizza” Bruce abbracciò ancora la ragazza.
Giulia si staccò da lui e lo guardò.
“Mi raccomando. Trattamela bene”
“Sissignora”
Giulia e Nora salirono sul SUV, Jon alla guida, e si avviarono verso la stazione.

Quella domenica sera, dopo passeggiate nella neve, lotta a palle di neve – di rigore – biscotti e ancora un po’ di stufato e polenta, Nora, ancora indaffarata in cucina sentì suonare alla porta. Era Alessandro, che riportava i bambini.
“Come stai?” le chiese.
“Bene. Abbastanza. Com’è andata?”
Alessandro ignorò la sua domanda.
“Dov’è?”
Nora arrossì, abbassando gli occhi.
“Fuori. A portare Chinook a spasso”
Alessandro spinse dolcemente i bimbi dentro casa.
“Bacio a papà. Fate i bravi. Ci vediamo presto”
Si rivolse poi a Nora.
“Tutto bene, mangiato, dormito, giocato”
Fece una pausa.
“Avrai bisogno in settimana? Faccio il primo”
“Teoricamente no. Teresa va a prenderli all’asilo. Ma… se vuoi ti faccio un colpo”
“Sì… beh, sì. Magari un giorno o due. Anche attaccati al fine settimana”
“Ti telefono”
Alessandro si voltò senza salutarla. Nora chiuse la porta. Gridò all’indirizzo dei bambini:
“Via scarponi, giacche e tutti nudi! Bagnetto!!”

Notte. Le persiane lasciavano filtrare appena la luce dell’unico lampione dalla strada. Sotto il piumino faceva caldo. Nora non riusciva a dormire, però. Allungò una mano a toccare il corpo nudo di Bruce, che dormiva accanto a lei. Ma qualcosa la fermò. C’era… qualcosa che le impediva il passaggio… Rimase interdetta, poi finalmente capì. Andrea si era trascinato fino in camera sua e si era infilato nel letto, in mezzo a loro due! Passò sulla testa del bambino e andò a toccare Bruce sulla spalla, dolcemente, ma abbastanza forte da svegliarlo.
“Mmmh!! Cosa??”
Nora gli parlò sottovoce.
“Bruce… devi vestirti”
“mmm… perché… perché??”
“C’è Andrea in mezzo…”
“… chi…?”
“Andrea… Bruce sono Nora, svegliati…”
Bruce si voltò. Vide gli occhi di Nora brillare nel buio, sopra una testolina castana. Che russava.
“Oh cavolo”
Sgattaiolò fuori del piumino, rabbrividendo, entrò nel guardaroba, e accesa la luce cercò e indossò il pigiama. Nora lo raggiunse poco dopo.
“Scusa se ti ho svegliato…” lo baciò sulle labbra “Ma non mi pareva il caso che il bimbo si svegliasse domattina e ci trovasse nudi come due bruchi”
Bruce sorrise.
“Hai fatto benissimo. Torniamo a letto, ora”

Nora si alzò presto la mattina seguente. Si vestì, preparò velocemente la colazione per tutti, poi iniziò a svegliare e vestire i suoi figli per portarli all’asilo. Prima di uscire, passò in camera da letto. Bruce era ancora sotto il piumino.
“Io vado… ci sentiamo in giornata. Stasera parliamo un po’ di come possiamo organizzarci ora che siete qui”
“Cosa si fa in questo posto quando le donne con cui far l’amore non ci sono…?
“Si va al MART! Ti chiamo tra poco”
Bruce, grugnendo, tornò sotto il piumino.

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