Long Walk Home – Official Video

LONG WALK HOME LYRICS

Last night I stood at your doorstep
Trying to figure out what went wrong
You just slipped somethin’ into my palm
Then you were gone
I could smell the same deep green of summer
Above me the same night sky was glowin’
In the distance I could see the town where I was born

It’s gonna be a long walk home
Hey pretty Darling, don’t wait up for me
Gonna be a long walk home
A long walk home

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OSLO SPEKTRUM 04.12.2007

Bootleg video del concerto di Springsteen ad Oslo il 4 dicembre 2007 durante il Magic tour.

Il DVD è stato ripreso dal pit, contiene 13 canzoni  la cui qualità è mediamente  buona se si escludono le copertura della camera a causa dei movimenti del pubblico.

La scaletta della serata:

01 Radio nowhere
02 No surrender
03 Lonesome day
04 Gypsy biker
05 Magic
06 Reason to believe
07 Jackson cage
08 She’s the one
09 Livin’ in the future
10 The promised land
11 Working on the highway
12 Tunnel of love
13 Cadillac ranch
14 Devil’s arcade
15 The rising
16 Last to die
17 Long walk home
18 Badlands
19 Girls in their summer clothes
20 Santa Claus is comin’ to town
21 Born to run
22 Dancing in the dark
23 American land

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A WILD DOUBLE SHOT 28.11.2007

Grandissimo bootleg multi camera del concerto di Springsteen e la E-Street band al Datch Forum di Milano il 28 novembre 2007.

La scaletta della serata:

01 Radio nowhere
02 The ties that bind
03 Lonesome day

04 Gypsy biker
05 Magic
06 Reason to believe
07 Adam raised a Cain
08 She’s the one
09 Livin’ in the future
10 The promised land
11 I’ll work for your love
12 Incident on 57th street
13 The ‘E’ street shuffle
14 Devil’s arcade
15 The rising
16 Last to die
17 Long walk home
18 Badlands
19 Girls in their summer clothes
20 10th avenue freeze-out
21 Thunder road
22 Born to run
23 Dancing in the dark
24 American land

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Magic Tour 2007, Milano – Ciao Milanoooo

Secondo parte del nostro giro d’ Europa durante il Magic tour( la prima la potete trovare qui).

Milano ci accoglie con la consueta festosa salva di clacson, tanto che a un certo punto mi pare di distinguere la melodia di Born to Run.

Scoraggiati dal fatto che ci fosse gente in coda per il pit da due giorni prima (Stupidi Italiani!) ci dedichiamo ad attività amene quali lo scambio di biglietti con l’Olandese (Zzi) e l’incontro con tre ragazze con le quali lavoro (Larry).

Mi presento alle poverine (in ordine alfabetico Lagiusy, Lamilena e Lastefania) così conciata:

– felpa di Radio Nowhere (non la vetta della produzione springsteeniana, ma sono una fashion victim e l’attualità mi conquista)

– jeans “Wild and Innocent” (non proprio trendy, ma sono una donna elegante e prediligo il classico rispetto alla moda)

– capelli arancioni (non ho preso il rosso-scialfa neanche stavolta, e non vorrei fare commenti sulla baldraccaggine del risultato)

Grazie a Dio il loro capo era in giro con il mio e conservatonuna vaga credibilità per lui. Di certo le tre non hanno avuto la forza di commentare.

Ammorbo la peggiore pausa pranzo delle loro carriere con dettagli della vita da fan di Bruce, consiglio loro letture sull’argomento (lavita da fan, non Springsteen, argomento che avrebbe anche potuto avere un barlume di interesse), mi addentro nell’anedottica springsteeniana e do loro il colpo di grazia con il commento critico del video di Girls (Girls in their summer clothes per coloro che non sono intimi), che una divinità invisa alle mie colleghe ha voluto che passasse in tv proprio in quel momento.

Ci salutiamo con (loro) sollievo e (mie) minacciose affermazioni del tipo “Tanto a giugno è a san siro, ci vediamo di sicuro”, che hanno ricevuto in risposta estenuate frasi di circostanza e sguardi di malcelato terrore.

Me le immagino che attendono trepidanti la conferma della data del concerto e fanno a gara a chi prende ferie quel giorno.

Ricongiuntici, ci dirigiamo a posare le valigie in albergo, nella ridente (quanto lontana) Gerenzano, scelta dalla sottoscritta stratega per evitare la congestione delle tangenziali milanesi la mattina successiva.

Arrivati al forum ad un orario inverecondo, constatiamo che la coda è semplicemente troppa, addirittura è stata divisa in due scaglioni. Primo degli ultimi vediamo il nostro amico Saguaro (stavolta la fantasia nella scelta del nome è la sua, non è colpa mia se fa cagare) livido di ipotermia e in preda a convulsioni nervose. Fingo di salutare gente che non conosco e mi allontano alla chetichella.

Decidiamo poi che non ha senso metterci in coda: oramai siamo sugli spalti, pace, tanto ci sono altri concerti e poi è bello lo stesso….si dai, facciamo pubbliche relazioni, andiamo in giro a salutare la gente…si si…

Tempo tre minuti siamo al cancello posteriore che ci guatiamo biechi con i 4 spelacchiati che sono lì prima di noi e che – giustamente – si scazzano quando si aggiunge gente e che, come noi, sperano che arrivi e firmi autografi, accetti doni, stringa mani, doni braccialetti per il pit e ci chieda se ci va bene quello che pensava di suonare o se abbiamo altre preferenze.

Il pivello della security (quello che ha estratto la pagliuzza più corta) viene a dirci “ehi ragazzi, adesso arriva, state calmi, che se state calmi magari scende e vi saluta”. Tra i “ragazzi” da lui nominati c’è gente che ha fatto la posta a Springsteen quando lui era in fasce, ma non è il momento di farglielo notare.

Le auto della scorta inscenano una comica da cinema muto per ripagarci dell’attesa, Bruce non scende, credo per l’imbarazzo, ma in trasparenza si vede che ci benedice.

Già mi è passato il freddo.

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Grazie alla benedizione finiamo comunque in una più che accettabile posizione nel parterre, impreziosita dalla presenza dei Romani e dell’adorato Joeroberts.

Il concerto non si può spiegare, chi c’è stato sa cosa è stato, chi non c’è stato sa cosa si è perso e sarebbe crudele infierire, chi non c’è stato perchè non sa cosa si perde, non capirebbe.

Dico solo: Incident.

Non per fare quella che lo aveva detto, ma…io lo avevo detto.

—–

Prossima puntata: Stoccarda

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Magic Tour 2007, Milano – Preparativi e partenza

In attesa di che il Working on a dream parta (vi ricordo il sorteggio del bootleg) eccovi qualche appunto di Larry dal tour precedente:

Magic Tour 2007, Milano – Preparativi e partenza

Il 28 novembre arriva ogni anno, ma io sono riuscita a farmi cogliere impreparata.

Nei giorni che lo hanno preceduto, sono stata troppo occupata a farmi prendere dalla trepidazione per preoccuparmi di cose caduche come la lavatrice, le batterie della macchina fotografica, le cassette della videocamera….

Per questo il povero Zzi è impazzito nei preparativi; io stavo gioendo e arringando chiunque mi capitasse a tiro sulla magnificenza dei concerti di Springsteen e altre analoghe banalità.

Come è consuetudine, l’ho a tratti anche rinnegato (Springsteen, non Zzi), ma lo stress mi porta sempre un po’ di indebolimento nella Fede.

La vigilia, più che un avvento, è stata il giovedì dei sepolcri, cioè il giorno in cui ho scoperto che due miei carissimi amici, cui darò un nome di fantasia: Defe & Tardu (a sottolineare il loro acume), non saranno al concerto.

Non c’era mai stato un concerto in Italia con la E Street che io avessi visto senza di loro, e già mi figuravo di cercare i loro volti fra il pubblico per scambiare uno sguardo di intesa e non trovarli, con la tipica sensazione da fidanzato-che-ti-lascia-e-che-c’ha-un’altra: ti capita una cosa che in un qualche modo lo riguarda, ma non puoi condividerla più con lui.

Cattròia!

La cosa che mi è spiaciuta davvero è il fatto che non avendo avuto modo di procurarsi i biglietti non siano venuti da me, e constatare amaramente come i rapporti umani somiglino ai calzini, nel loro consumarsi silenziosamente e inesorabilmente finchè non trovi un buco, proprio là, dove c’era una cucitura che pareva tanto salda.

Amo dire che ho la sindrome dell’ape regina nei confronti della mia ristrettissima cerchia di amici, che paragono ad un alveare. E quando – BZZZ – mi accorgo che un’altra apetta è volata via, soffro parecchio.

Potrei anche chiamarla sindrome da Puertorican Jane (“Spanish Johnny you can leave me tonight, but just don’t leave me alone”) , ma non amo sprecare citazioni springsteeniane, e soprattutto mi farebbe passare da baldracca

Tutto questo significa, dunque, una sola cosa veramente importante:

DUE DI MENO!

Due teste di meno fra me e Bruce, due polsi di meno fra me e i braccialetti. Altro che apette: Baygon!

Magari nessuno dei miei adorati amici venisse….magari nessuno-di-nessuno venisse.

Solo io, Bruce e Zzi – solo se sta buono, fermo e zitto, però. Il che, ammettiamolo, gli viene piuttosto bene.

Il ventotto mattina si parte di buon ora, dopo 124 controlli ai biglietti e 0 alla manopola del gas.

Il viaggio scorre; come di consueto, io canto a squarciagola e Zzitalia subisce lo strazio, tentando vanamente di interromperlo con una conversazione, che io a malapena sostengo a monosillabi fra un verso e l’altro.

Chiunque mi sia stato vicino a un concerto sa quanto io riesca ad essere stonata nonostante l’ammasso di decibel che mi viene riversato nelle orecchie; ascoltarmi in macchina con il solo sotegno dell’autoradio equivale, con una notevole dose di ottimismo, a giocare al “motivo misterioso”: bisogna essere esperti conoscitori per indovinare cosa sto eseguendo.

Sabato la seconda parte, intanto potete visitare i blog di Larry qui (dove si parla un po’ di tutto, vedi topic selezionato) e qui (dove si parla dei nostri viaggi).

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