IL BOSS E L’ ITALIANA

Il sondaggio ha visto vincere i SI’ con un prepotente 69%, cosa che in effetti mi aspettavo dato tutto l’interesse che si è creato intorno a questa saga, per il quale, naturalmente, vi ringrazio.

Inoltre, questo risultato mi permette di realizzare un’idea che avevo da un po’:

GRANDE CONCORSO LETTERARIO: “SCRIVITI DA SOLO IL FINALE DE ‘IL BOSS E L’ITALIANA’ !”

Mi raccomando: partecipate numerosi con il finale che vorreste. I vostri testi saranno pubblicati e sarete nuovamente voi a decidere quale sarà il finale vincente.

Certo, se nessuno di voi ha mai scritto un racconto simile è perché non ha mai saputo o voluto farlo.

Certo, è pur vero che è difficile continuare una storia pensata da un altro autore, che quindi ha vincoli prestabiliti…

…ma proprio qui sta la sfida!

Ho letto i vostri commenti e vi ho trovati appassionati e costruttivi, sono sicuro che avete già in mente cosa potrebbe succedere e come raccontarlo al meglio.

Non siate timidi! Mettete in pratica le vostre idee!

Sarete voi stessi, con la vostra spiccata capacità di giudizio e il vostro acuto spirito critico, a vagliarle attentamente e scegliere quale diventerà il finale “ufficiale”.

Inviate i vostri elaborati a larryetsi@gmail.com (max. 2000 parole). Ovviamente, ognuno può proporre anche più di un possibile finale.

L’autore del finale che sarà eletto “ufficiale” sarà premiato con…

…con….

A questo, a dire il vero, non ho ancora pensato, ma un riconoscimento ci sarà di sicuro.

(Non pompini, comunque).

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CONTRO IL BAVAGLIO

Un post di attualità, voi che ne pensate?

Finiremo tutti così?

Auto-bavaglio, anti-bavaglio
di Marco Travaglio
Siccome grande è il casino sotto il cielo d’Italia, può persino capitare di trovare qualcosa di sensato sul Giornale: un commento di Littorio Feltri che ha il pregio di far riflettere tutti noi giornalisti che ci prepariamo allo sciopero contro la legge-bavaglio. “Allo scopo di protestare contro la prossima approvazione del bavaglio – scrive Feltri, pur contrario alla legge Alfano – ve lo mettete in anticipo e volontariamente. L’8 luglio sciopererete e i giornali non saranno in edicola. Fantastico. Per chiedere maggiore libertà, la negate del tutto a voi stessi e ai lettori. Non sapevo che il diritto di dare le notizie si difendesse non dandole”.

Intendiamoci, il bavaglio è talmente vergognoso e demenziale che meriterebbe non uno sciopero, ma una serrata. Però l’obiezione di Feltri mette a dura prova il riflesso condizionato dei sindacati, Fnsi compresa, che ricorrono sempre e soltanto allo sciopero come se fosse l’unica forma di protesta.

Già la manifestazione dell’altro giorno in Piazza Navona, peraltro sacrosanta, denotava un po’ di stanchezza, ripetitività e mancanza di fantasia. Il fatto poi che vi abbia aderito il Pd rendeva il tutto vagamente fasullo, visto che il bavaglio Alfano è figlio naturale e legittimo della legge Mastella, proposta dal centrosinistra e votata alla Camera nel 2007 da tutti i partiti, con soli 9 astenuti o non partecipanti al voto (Giulietti, Grillini, Nicchi, Cannavò, Zaccaria, Carra, De Zulueta, Poletti e Caldarola) e nessun contrario su 630.

La Mastella, se possibile, era ancora peggio dell’ultima versione dell’Alfano: vietato pubblicare, anche parzialmente o per riassunto, tutti gli atti di indagine anche se non più coperti da segreto, fino al processo (l’Alfano, almeno, il riassunto lo consente per tutti gli atti, escluse le intercettazioni); per i cronisti, galera fino a 30 giorni o multe fino a 100 mila euro; quanto agli atti del fascicolo del pm, top secret addirittura fino alla sentenza d’appello. A parte il sindacato, l’Ordine, l’Unione cronisti, il Giornale, l’Unità e Annozero, la grande stampa (anche le testate che oggi si fanno belle sul palco di Piazza Navona) dormiva sonni profondi, e così gli editori.

Quando poi si andò alle urne, nell’aprile 2008, il programma elettorale del Pd al punto 4 (“Diritto alla giustizia giusta, in tempi ragionevoli”) prevedeva “divieto assoluto di pubblicazione di tutta la documentazione relativa alle intercettazioni e delle richieste e delle ordinanze emesse in materia e di misura cautelare fino al termine dell’udienza preliminare, e delle indagini”. Il tutto per “tutelare i diritti fondamentali del cittadino e le stesse indagini, che risultano spesso compromesse dalla divulgazione indebita di atti processuali”. Dulcis in fundo, “sanzioni penali e amministrative molto più severe delle attuali per renderle un’efficace deterrenza alla violazione di diritti costituzionalmente tutelati”.

Chi oggi marcia contro il bavaglio con chi ora lo combatte solo perché ha perso le elezioni non fa una bella figura. E non saranno un bello spettacolo nemmeno le edicole il 9 luglio, quando i lettori troveranno soltanto i giornali crumiri, cioè berlusconiani di destra (Il Giornale, Libero, Il Tempo, Il Foglio) e di sinistra (Il Riformista). Bel risultato, non c’è che dire. Avvertito in anticipo, il Bananane approfitterà per intensificare le vergogne l’8 luglio, ben sapendo che l’indomani ne parleranno (anzi, non ne parleranno) solo i suoi house organ. Per carità, non intendiamo rompere la solidarietà del fronte anti-bavaglio.

Ma solo insinuare, finché siamo in tempo, un piccolo dubbio negli amici della Fnsi: sicuri che la forma più efficace di protesta contro il bavaglio sia autoimbavagliarci per un giorno? Non sarebbe meglio uscire tutti in edizione straordinaria, listata a lutto, in forma di dossier con le intercettazioni e gli atti d’indagine più importanti di questi anni che, col bavaglio in vigore, non avremmo potuto pubblicare? Chi protesta contro il bavaglio lasciando campo libero ai trombettieri dell’imbavagliatore ricorda quel tale che, per far dispetto alla moglie, si tagliò… bè, ci siamo capiti.

CONTRO IL BAVAGLIO
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IL BOSS E L’ITALIANA

A quanto pare devo ringraziare il Cala per tutta questa pubblicità gratuita per il racconto Il boss e l’ italiana.
Visto il notevole interesse vi propongo il seguente sondaggio.
Vi raccomando di votar numerosi che sono molto curioso del risultato.
Buona domenica a tutti.
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CHE SIA LA VOLTA BUONA?

Che sia la volta buona?

Voi che pensate?

Holiday shopping just got a lot easier for the Bruce Springsteen devotees in your life. According to Rolling Stone, E Street Band guitarist Steve Van Zandt told a UK radio station that Christmas 2010 will see the long-awaited ‘Darkness on the Edge of Town’ reissue. “We’re doing a little bit of fixes on some ‘Darkness on the Edge of Town’ outtakes, which is going to be a really fun reissue coming for Christmas,” the guitarist said in the interview.

The big news for fans though is that the reissue of the classic 1978 album, which features such classics as ‘Badlands’ and ‘Prove It All Night,’ will include unreleased material. “We put 10 or so outtakes on the [1998] ‘Tracks’ box set and we [have since] found 10 more,” Van Zandt revealed. “I’m not sure how many we’ll put on there. We’ll go back and he might finish a lyric on one or two, or finish a harmony on one or two, but we’ll keep them intact pretty much.”

The follow-up to Springsteen’s breakthrough ‘Born to Run’ album, ‘Darkness’ is considered equal or even superior by some Springsteen aficionados. During the recording period, Springsteen was involved in legal battles with former manager Mike Appel and the fury and pent-up frustration of that period of inactivity can be heard throughout the anthemic feel of many of the songs off ‘Darkness.’ Many of the tracks are also fan concert favorites, with ‘Badlands’ often taking the closing spot during recent tours.
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IL MEGLIO DI MAGGIO 2010

La classifica dei post più letti del mese scorso.

In prima posizione la puntata numero 19 del racconto Il Boss e l’ italiana (chissa quando uscirà la prossima puntata?).

A breve distanza segue Surprise in Rome il dvd bootleg del concerto di Springsteen a Roma durante il tour di Working on a dream.

Terza posizione per regalo un cellulare.

A seguire Mississippi Boss e The saddest eyes.

Buona domenica.

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SI CAMBIA!

Come avrete notato sto apportando delle modifiche al look del blog.

Che ne pensate?  Vi piace la nuova veste grafica?

Idee?  Suggerimenti?

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IL BOSS E L’ ITALIANA – 19^ PUNTATA

Puntata numero 19 del racconto di Sharonlacorta, buona lettura e buona settimana.

A casa, Giulia cercò di distrarre i bambini che erano comunque sconvolti, mentre Bruce si occupava di Nora, che piangeva a dirotto.
“Cerca di stare tranquilla… Per ora è tutto a posto…”
“Mai! Mai mi sarei immaginata che sarebbe arrivato a un punto simile!!” le lacrime della donna sembravano inarrestabili.
“Stai calma, calmati! Cerca di tornare in te, devi andare dai tuoi bambini. Sono qui, ora. E hanno bisogno di te”
“Hai ragione, – rispose, tirando su col naso – vado a lavarmi la faccia”
In quel momento Giulia entrò nella camera.
“Come va?” chiese, indicando con un cenno del capo la porta del guardaroba che dava sul bagno.
Bruce esibì un’espressione per nulla convinta.
“E’ molto provata”


“Te credo – rispose Giulia – Certo è che i due di sotto mica vanno tanto meglio”
Bruce si allarmò.
“Piangono?”
“Andrea ha gli occhi lucidi. E tutti e due li hanno fuori dalle orbite”
Bruce si fiondò giù dalle scale.
“Forse posso fare qualcosa… Almeno per il bambino”
Di nuovo Giulia indicò il bagno.
“Quando esce la rincuoro un altro po’, poi scendiamo”
Ma Bruce era già per le scale.
Andrea era pallido. Tremava leggermente. E aveva gli occhi sgranati e lucidi, proprio come aveva detto Giulia. Bruce si sentì impotente di fronte a tanto spavento, a tanto dolore. In grazia del suo piccolo feeling sviluppato col bambino tentò, in un italiano assai stentato, di consolarlo: gli si accosciò di fronte.
“Ehi”
Il bambino lo guardò come se non lo riconoscesse. Aprì le braccia per accoglierlo, ma il bambino non si mosse. Emma invece, fino a quel momento rimasta in parte, prese suo fratello per mano e lo forzò a buttarsi nell’abbraccio, approfittando anche lei del conforto offerto.
“Io non sono cattivo, non voglio fare male a nessuno” esordì Bruce.
Emma lo guardò.
“Lo sappiamo. Ma non vogliamo più vedere papà e te che vi picchiate”
“Non succederà più” promise.
Piagnucolante, Andrea chiese:
“Dov’è la mamma…?”
“Sono qui…”
Nora scese le scale, l’incedere incerto, gli occhi arrossati.
Andrea si liberò dell’abbraccio di Bruce e corse incontro a sua madre.
Emma e Bruce rimasero a guardarsi ancora un attimo. Poi la bambina buttò le braccia al collo di Bruce. L’uomo la strinse a sé e provò un gran calore al cuore. Mai si sarebbe sognato di prendere il posto di nessuno, padri, madri, perché possono essere le persone più spregevoli che esistano ma così ha stabilito il destino per te. Si può scegliere altrimenti, certo, ma la propria tutela non può essere imposta. Lui era entrato delicatamente nella vita dei bambini, poiché in tal modo aveva gestito le cose la loro madre. Lei non aveva imposto loro la presenza di lui né aveva tentato di comprare per lui un ruolo, aveva semplicemente atteso che le cose accadessero da sole, come in effetti era stato. Emma si staccò da lui, anch’ella cogli occhi lucidi, poi corse da sua madre.
Nora, stringendo i suoi figli, si rimise a piangere. Ormai la sbornia era bell’e che smaltita, restava soltanto un grande dolore. Si misero tutti sul divano, abbracciati, la stufa accesa, Giulia che s’era adoperata per preparare un tè per tutti. Dopo un po’ Nora e i bambini, abbracciati a lei, si addormentarono. Bruce cercò di fare in qualche modo gli onori di casa.
“Giulia, credo che tu possa dormire nella stanza dello yoga…”
“E’ lì che normalmente Nora mi ospita… Ti ringrazio, faccio da sola. Credo sia meglio anche per te se riesci ad andare a riposare”
“Sono stanco in effetti. Però non volevo lasciar loro così… Sul divano…”
“Non preoccuparti. Se si sveglierà Nora, li porterà a letto lei”.
Bruce rimase dubbioso.
“Ok…”

Verso le tre di notte Bruce sentì dei movimenti nel letto. Finalmente Nora era arrivata. Aveva continuato a girarsi e rigirarsi nel letto, quasi infreddolito dall’assenza di lei.
“Sei riuscita a portarli a letto?”
“Sì… Pesano una tonnellata ormai, è uno scherzetto che non riesco a far più con tanta disinvoltura”
“Avresti dovuto chiamarmi”
“Sì… avrei dovuto chiamarti”
“Come stai?”
“Sono ancora molto scossa”
“Mi dispiace molto per quello che è successo. Ti chiedo scusa, di rado perdo le staffe, e tanto da aggredire qualcuno sarà successo due volte e quando ero davvero molto più giovane di così. E poi non ho nessun diritto in intromettermi, men che meno con queste modalità”
Nora accennò un lievissimo sorriso.
“C’è da augurarselo…”
“Ma non sono scossa propriamente da quello” continuò.
“Quello che mi spaventa e quindi mi lascia scossa, è che avrei voluto che lo ammazzassi” precisò, gli occhi bassi.
Bruce scosse la testa, anch’egli mostrando un lieve sorriso.
“Ma no, stai tranquilla. Credo sia una reazione abbastanza naturale da parte di una madre alla quale sono stati sottratti i figli, anche se per un giorno soltanto. Vedrai che col passar del tempo quel desiderio ti abbandonerà e succederà anche rapidamente”
“Difatti è già passato. E’ per questo che dovrò rincontrarlo e parlargli. E’ stato indecente il suo comportamento e il mio… Dobbiamo chiarire”
Bruce rimase un po’ perplesso. Era un atteggiamento cui sottendeva un ragionamento complesso, tipicamente dietrologico, tipicamente femminile. Ma come aveva già specificato ad entrambi i “contendenti” doveva starne fuori. Avrebbe vegliato su Nora per evitare che ci fossero altri scontri ma non si sarebbe più permesso di scagliarsi così contro il marito. O almeno ci avrebbe provato.

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IL BOSS E L’ ITALIANA – 18^ PUNTATA

Puntata numero 18 del racconto di Sharonlacorta.
Buona lettura e buona domenica.

Il mattino dopo, Nora era ancora sprofondata nel cuscino. Bruce, che aveva dormito – male – accanto a lei, sentì suonare il campanello. Si mise addosso qualcosa e scese ad aprire. Era Giulia. Si abbracciarono e restarono abbracciati un momento, poi Bruce la guardò. Giulia non l’aveva mai “immaginato” così: lo sguardo di Bruce era spaventato. Deglutì rumorosamente, poi disse:
“Ehi Giulia… che stanno facendo alla nostra Nora?”
“Lei dov’è?”
“Di sopra. Dorme ancora. Ieri sera son riuscito a toglierle la scimmia di dosso ma… ha degli strascichi brutti stamattina. Vieni di sopra”
Giulia si tolse al volo il cappotto e salì con lui le scale.
Entrata nella camera da letto vide l’amica stravolta, la faccia abbottata, borse grigie sotto gli occhi chiusi, i capelli per aria. Si sedette sulla sponda del letto e le accarezzò il viso.
“Ehi…”
Nora aprì a stento un occhio, poi tutti e due, sorpresa di vedere l’amica lì con lei.
“Giulia… – biascicò – che ci fai qui…?”
Giulia guardò Bruce.


“Ho fatto bene a cazziarlo prima di tornarmene a casa la volta scorsa… Mi ha subito informato del fatto che stai facendo la lazzarona”
“Mmmmmmmmmhhhhhhhhhhhhh………” Nora ficcò la testa sotto il cuscino.
Giulia fece capolino da un angolo del guanciale.
“No, dico: e i tuoi figli? Hai intenzione di lasciarli in mano a quel fetente del loro padre per poterti liberamente crogiolare nel dolore?? Io non credo proprio. Bruce credo sia stato troppo morbido ieri… io ti ficco sotto la doccia gelata!”
“No!” Nora saltò fuori da sotto il cuscino. Bruce sorrise. I metodi di Giulia erano… originali ma efficaci.
Nora strizzò gli occhi e si lamentò.
“Ho un mal di testa…”
“Beh fattelo passare. E vatti a riprendere i tuoi figli”
Bruce agì da cuscinetto. Mentre Giulia la bombardava, Bruce l’aiutava a lavarsi, vestirsi e farsi passare il mal di testa. Alla fine era pronta in soggiorno.
“Non vorrete mica farmi andare da sola, vero?”
“Non vorrai mica che ci presentiamo come i tre porcellini, vero?!” ribatté Giulia.
“Potremmo accompagnarla… – suggerì Bruce – restare in macchina a distanza, giusto per controllare come si comporta suo marito”
Giulia restò accigliata.
“Sempre a rendergliela facile, tu… Vabbè, sì si può fare”
Bruce aiutò Nora a salire in macchina, Giulia salì dietro. Chiese a Jon di rimanere a casa, avrebbe guidato lui.
Si fece indicare la strada dalle due donne, e mentre guidava sentiva una gran rabbia crescergli dentro. Certamente Nora era adulta e vaccinata ed in grado di ponderare le sue scelte. Però la situazione contingente certo non l’aveva aiutata: anche se la storia adulterina, trasformatasi in una vera e propria relazione non la discolpava del tutto, trovava le rivendicazioni dell’ex marito sui bambini addirittura vergognose e causa prima del “malessere” che da qualche tempo stava trascinando la donna in un baratro profondo e oscuro. Strinse le mani sul volante, finché le nocche non gli divennero bianche e si disse che, una volta a destinazione avrebbe dovuto resistere alla tentazione di scendere e riempire di pugni quell’uomo senza cuore.
Quando furono davanti alla casa Giulia e Nora scesero. Spense l’auto e scese anche lui, restando in piedi di fianco alla portiera del passeggero, le braccia conserte e un muso lungo che non lasciava presagire nulla di buono. Giulia si voltò a guardarlo.
“Coraggio… Va’ e rivendica i tuoi diritti. E non preoccuparti – indicò Bruce dietro le loro spalle col pollice – abbiamo una guardia del corpo sull’incazzato andante in caso le cose non prendessero la piega che vuoi…”
Nora non diede molto retta a quel che le diceva l’amica. Avvicinarsi a quella porta la faceva sentire col cuore greve. Alessandro l’accolse sulla soglia, ancora prima che lei si fosse avvicinata abbastanza da suonare il campanello.
“Torna a casa Nora: ti porterò i bambini quando sarà il caso di farlo…”
“Non puoi prendere i bambini a piacimento! C’è un’ordinanza del tribunale che te lo vieta!”
“I bambini stanno benissimo dove sono. Da quando hai deciso di fare di testa tua e di andare a scopare in giro col primo che ti è capitato sono diventati nervosi e aggressivi!”
“Non è vero!!” Nora iniziò a sentire il sangue che, anche per i postumi della violenta sbronza, le pulsava nelle tempie.
“Sei un verme!” Giulia rincarò la dose.
“Stai zitta tu, che non c’entri un cazzo con questa storia. E quello chi è, lo stronzo che ti sbatte? Hai anche avuto il coraggio di portarlo in casa mia??!?! Vergognati, sei una cretina!!” si avvicinò e diede uno spintone alla donna cui sarebbe bastato molto meno per rovinare a terra, come in effetti successe.
Bruce non ci vide più. Scattò felinamente verso l’uomo, coprendo i pochi metri che lo separavano dall’ingresso alla casa e gli si avventò contro, colpendolo ripetutamente al volto.
“Bastardo!! Ti approfitti di una donna che sta imparando a fatica a crescere i suoi figli da sola!! Azzardati ancora a metterle le mani addosso e ti ammazzo quant’è vero Iddio!!!”
Giulia e Nora, che nel frattempo si era rialzata, cercarono di separare i due contendenti, mentre le urla avevano richiamato i genitori di Alessandro e i bambini, che ebbero modo di assistere, fortunatamente solo in parte, al pietoso spettacolo.
“Mamma!!” Emma corse incontro a Nora che la prese in braccio al volo.
Andrea vide Bruce e si bloccò di colpo. Nora se ne accorse ma fu Giulia a correre a recuperare al volo il piccino e a iniziare a portarlo verso la macchina.
“Vieni Andrea… Bruce e papà stanno… giocando. Vieni, andiamo a casa a bere la cioccolata…”
Nora con in braccio la bambina si rifugiò a sua volta in macchina, mentre fortunatamente Bruce e Alessandro avevano smesso di darsele.
“Toh! Guarda guarda… Mia moglie si è scelta una mummia piena di soldi per partner! Si vede che aveva voglia di annoiarsi!”
Bruce non capì, ma minacciò ugualmente l’uomo.
“Non approfittarti del fatto che Nora è in difficoltà. E non approfittarti del fatto che io devo star fuori da questa faccenda. Potrei dimenticarmene”
Tamponandosi col dorso della mano un piccolo taglio sul labbro, una stilla di sangue dolce e ferrosa sulla lingua, Bruce risalì in macchina e ripartì con un grande stridio di gomme.

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