SPRINGSTEEN BOOKS

Niente bootleg oggi ma libri. Libri su Springsteen ovviamente.

Ho messo giù una piccola lista di titoli che mi vengono in mente:

– Songs di Bruce Springsteen

– American skin di Ermanno Labianca

– Bruce Springsteen di Stefano Barcoveglio e Andrea Marasso

– Springsteen Il futuro del Rock n Roll di C. Sandford

– Oltre il confine. Miti e visioni d’ America nelle canzoni di Springsteen di Luca Miele

– Bruce Springsteen anthology tutti i dischi tutte le canzoni di Barcoveglio e Neri Alberto

– Real World. Sulla strada di Bruce Springsteen di Ermanno Labianca

– Springsteen dalla A alla Z di Ermanno Labianca

– Bruce Springsteen di David Marsh

– Accecati dalla luce di G. Morozzi

Questa ovviamente è solo una prima e parziale lista, aggiunte ed integrazioni sono le benvenute, sia lasciando un commento qua sotto che per email.

Voi ne avete letto qualcuno? Avete qualche consiglio su cosa leggere assolutamente e su cose evitare?

Se qualcuno ha piacere di mandarmi una recensione (larryetsi@gmail.com) sarò felicissimo di pubblicarla.

ps La prossima settimana Morozzi sarà a Trieste per la presentazione del suo ultimo libro.

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ANDREA SCANZI SU SPRINGSTEEN

Interessante articolo di Andrea Scanzi su La Stampa di qualche giorno fa (vi consiglio il suo libro Elogio dell’ invecchiamento ) relativamente l’ ultimo lavoro di Springsteen, Working on a dream.

Lavorando sul sogno di Obama
Springsteen eccede in melassa

ANDREA SCANZI

Ogni arte inizia nell’insoddisfazione diceva Ezra Pound, riverberando l’idea per cui le opere migliori nascano dalla sofferenza. Un’idea che viene bene per interpretare Working on a dream, ultimo disco di Bruce Springsteen. Il nuovo Presidente Usa sta lavorando a un sogno, proprio come Bruce, ed è forse questo il punto: com’è e come sarà l’arte americana al tempo di Obama? La sua elezione è stata trasversalmente salutata come una liberazione, quasi un miracolo, rendendo di nuovo attuale perfino l’I have a dream di Martin Luther King. Sogni, sogni e ancora sogni. La soddisfazione politica va però raramente di pari passo con l’epifania artistica. Working on a dream trasuda speranza ed esonda gioia. Pure troppo.

Nessun musicista americano, negli ultimi 35 anni, è stato cartina al tornasole degli Stati Uniti come lui. Ogni disco era uno specchio. Se gli Anni 70 erano stati quelli dei «nati per correre» e dei fiumi sacri, gli 80 erano stati salutati con la povertà pentecostale di Nebraska. Cominciava l’edonismo reaganiano, e Springsteen incideva un disco spietatamente acustico, voce chitarra e una sedia che scricchiola tra un accordo e l’altro. E non era solo la sedia: era l’America intera a scricchiolare, tracimante di una perfezione formale che la privava dei contenuti: Springsteen, nuovo Woody Guthrie, le diceva di tornare ad essere se stessa. Avrebbe continuato a farlo, spesso incantando e a volte inciampando nell’enfasi. Springsteen è uno dei pochi artisti i cui passi falsi non denotano tanto mancanza di ispirazione, quanto smisurata onestà intellettuale. Canta e suona quello che sente. A metà Anni 80 parlò di Vietnam e identità smarrita, ma ebbe la «colpa» di infarcire Born in the Usa di sonorità troppo cafonal e lo fraintesero per commerciale. A fine decennio si presentò pure lui edonista, vestito di Versace sulla copertina di Tunnel of Love: c’erano ballate splendide, nonché sintomatiche, ma al tempo se ne accorsero in pochi.

Tempo, epoche: i punti cardinali del menestrello del New Jersey. Che, smarrita e ritrovata la E Street Band, avrebbe denotato una longevità artistica quasi impensabile. Ora purificandosi nel folk (Devils and Dust), ora tributando Pete Seeger (Live in Dublin). L’ultimo vero capolavoro è The Rising. Nacque dallo sgomento, dalla devastazione dell’11 settembre. Bruce non cantava: piangeva. Ad ogni traccia, ad ogni stazione. Persino quando aspettava un giorno di sole: Waiting on a sunny day. Ed eccolo, adesso, il giorno di sole: eccolo, Obama. Un gran bel giorno, che artisticamente provoca però una overdose di enfasi e miele. Negli arrangiamenti, nei testi. Kingdom of Days è una delle sue canzoni più kitsch. La morriconiana Outlaw Pete frana nei troppi archi. E Queen of the Supermarket, insolito inno alla cassiere, riprende i toni enfatici di Girls in the summer clothes. Nulla da salvare, dunque? Non esattamente. Qualcosa c’è, e sembra dar ragione a Ezra Pound.

La spigolosità blues di Good Eye; The last carnival, dedicata allo scomparso tastierista Danny Federici; la perla The Wrestler, scritta per il film che ha rilanciato Mickey Rourke. Workin’ on a dream funziona quando Springsteen si concede il lusso ideologico di smarcarsi dall’estasi per la vittoria di Obama. Quando finge di non aver ricominciato a credere nel sogno americano. Ma ci crede. E quasi non volendo, ha inciso un altro disco che fotografa il suo paese: qui ed ora.

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HARLEY IN HEAT

Ho appena finito di ascoltare questo bootleg del concerto di Springsteen e la E-steet band intitolato HARLEY IN HEAT.

Concerto di chiusura del Magic tour tenutosi a Milwaukee il 30 agosto del 2008 in occasione del 105 anniversario della Harley-Davidson.

Strepitosa l’ apertura con Gypsy biker, bellissima Racing in the street e una fantastica Born to be wild in chiusura.

Ecco la scaletta completa:

Disc One

Gypsy Biker
Out in the Street
Radio Nowhere
The Promise Land
Spirit in the Night
Sign Song
Wolly Bully
Darlington County
You Can Look
Darkness on the Edge of Town
Youngstown
Murder Incorporated
Shes The One

Disc Two

Living in the Future
Mary’s Place
Working on the Highway
Racing in the Street
The Rising
Last to Die
Long Walk Home
Badlands
Seven Nights to Rock

Disc Three

Sandy
Tenth Ave. Freeze Out
Glory Days
Born to Run
Rosalita
Bobby Jean
American Land
Thunder Road
Dancing in the Dark
Born to be Wild

Registrazione più che buona.

Qualcuno lo ha ascoltato? Che ne pensate?

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QUESTA POI!

L’ altra notte a Los Angeles c’e’ stata l’ assegnazione dei Grammy Awards (gli Oscar della musica), Springsteen ne ha vinto uno, quello per la migliore canzone rock con Girls in their summer clothes mentre niente da fare per l’ altra candidatura quella per miglior performer rock a cui era candidato sempre con Girls.

Gli altri candidati erano rispettivamente:

Miglior Canzone Rock

“Girls in Their Summer Clothes,” Bruce Springsteen

“House of Cards,” Radiohead

“I Will Possess Your Heart,” Death Cab for Cutie

“Sex on Fire,” Kings of Leon

“Violet Hill,” Coldplay

Miglior Performance Rock da Solista

John Mayer, “Gravity”

Paul McCartney, “I Saw Her Standing There”

Bruce Springsteen, “Girls in Their Summer Clothes”

Eddie Vedder, “Rise”

Neil Young, “No Hidden Path

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BERNA

è ricomparsa Berna, 30 giugno 2009. Ovviamente sul sito ufficiale non c’e’ nulla.

I biglietti per il concerto di Springsteen saranno in vendita da venerdi su www.ticketcorner.com

Qui l’ articolo di giornale.

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MILLWORKER

Per il video di questa settimana ho scelto, fra le varie proposte ricevute, Millworker di James Taylor interpretata ovviamente da Springsteen.

Che ne dite della scelta?

Idee per domenica prossima?

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IL MEGLIO DI GENNAIO 2009

Come ogni primo sabato del mese ecco i 5 post più letti e/o commentati del mese passato.

Il post più letto è stato quello con le date ufficiali del nuovo tour di Springsteen e la E-street band.

I cinque migliori DVD di Springsteen, quali sono?

Il concerto per l’insediamento di Obama.

Finalmente è uscito anche il DVD della seconda sera di Barcelona 1999.

E per chiudere questa bellissima versione dei Thundercrack del 1973.

Per la prossima settimana ho pronti un paio di post interessanti.

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"3" A LOT CAN HAPPEN IN 3 HOURS

Uno dei migliori bootleg di Springsteen e la E-street band mai prodotti, ovviamente i “produttori” sono la CTC.

La registrazione del concerto tenutosi il 13 settembre del 2003 al FedEx Field di Washington, DC si compone di 2 DVD:

DVD 1
1. I Walk the Line
2. The Rising
3. Lonesome Day
4. The Promised Land
5. The Fuse
6. Empty Sky
7. You’re Missing
8. Waitin’ on a Sunny Day
9. No Surrender
10. Human Touch
11. She’s The One
12. Badlands
13. Mary’s Place
14. Paradise
15. Jungleland
16. Into The Fire

DVD 2

1. Pink Cadillac
2. Bobby Jean
3. Ramrod
4. Born to Run
5. Seven Nights to Rock
6. My City of Ruins
7. Born in the USA
8. Rosalita (Come Out Tonight)
9. Dancing in the Dark

BONUS TRACKS

10. The Boss in Beantown
11. Alternate Ending
12. Promo Trailer

Il concerto inizia con una meravigliosa versione di I walk the line in tributo a Johnny Cash morto pochi giorni prima.

Notevole Pink Cadillac e le bonus tracks.

Da avere assolutamente.

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