TRADEWINDS 08.03.1997

Mini bootleg del 1997 di Bruce Springsteen con gli Wallflowers, la band di Jakob Dylan, il figlio di Bob Dylan.

01 God Don’t Make Lonely Girls (6:38)
02 My Girl (4:53)
03 Brand New Cadillac (3:49)
04 Bring It On Home To Me (4:58)
05 Not Fade Away (5:29)

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IL BOSS E L’ ITALIANA – 12^ PARTE

Eccoci alla fine del terzo mese del racconto Tutta un altra musica il Boss e l’ italiana scritto da Sharonlacorta.

Se qualcuno volesse contribuire mi mandi una mail.

Buona lettura.

Appena rientrati, Nora si fiondò su Giulia.
“Che hai fatto? L’hai cazziato??”
“Ah! Allora hai la coscienza sporca…”
“Gli ho soltanto detto di comportarsi come un buon padre di famiglia”
“Lui che ha risposto?”
“Ha detto: ‘Come un buon padre di famiglia no. Come un adultero sì’”
“Piantala, Giulia….”
“Sembra serio. Ma posso dire la mia un’ultima volta poi non dirò più niente?”
“Tutte le volte del mondo, amore”
“Quell’uomo non ti porterà all’altare”
“E’ un presagio, una minaccia…?”
“Una sensazione. Piuttosto chiara, peraltro. E’ strepitoso, avevi ragione – d’altronde si sapeva… – ma non ti sposerà”
“Ma in fondo ha importanza? Siamo pronti per il prepensionamento…”
“A parte che è anche una certezza perché tu sposata in chiesa, se divorzi, col cavolo che rivedi un altare, a parte quello della patria”
Nora rise.
“Porgerò i debiti omaggi ai caduti, allora… e sopporterò l’idea”
“Spiritosa… se questi sono gli argomenti della funzione credo che chiunque farebbe uno sforzo e sopporterebbe… Sei una cialtrona”
“Lo so – Nora abbracciò l’amica – ma ti amo più della mia vita!!”
“E sei anche bugiarda!” strillò Nora.

Il fine settimana volò via, armonicamente e venne anche il momento per Giulia di tornare a casa sua. Bruce volle ancora parlare con lei, prima che se ne andasse: era stanco e non sarebbe andato con le due donne ad accompagnare l’amica di Nora in stazione.
“Ehi” l’abbracciò affettuosamente.
“Mi è piaciuto moltissimo conoscerti, spero di vederti ancora”
“Anch’io… – fece Giulia – spero di vederti, e presto anche sul palcoscenico”
“Di questo si può parlare… A proposito: Nora mi ha detto che canti in un coro?”
“Veramente canto in tre cori, Nora è la solita smemorata imprecisa…”
“Una voce bianca mi piacerebbe aggiungerla… anche perché con la storia di Patti… non so che cambiamenti potrei dover apportare all’assetto della Band”
“No, dico: mi stai… OFFRENDO UN LAVORO??!”
“Ci sto pensando su… Ci incontriamo, ti faccio un provino… Che registro hai?”
“Alto! Altissimo!! Ma per cantare con te avrò tutti i registri che vuoi!!
Bruce rise. In certo qual modo l’entusiasmo delle sue fan ancora lo imbarazzava.
“Benone. Allora ci si organizza” Bruce abbracciò ancora la ragazza.
Giulia si staccò da lui e lo guardò.
“Mi raccomando. Trattamela bene”
“Sissignora”
Giulia e Nora salirono sul SUV, Jon alla guida, e si avviarono verso la stazione.

Quella domenica sera, dopo passeggiate nella neve, lotta a palle di neve – di rigore – biscotti e ancora un po’ di stufato e polenta, Nora, ancora indaffarata in cucina sentì suonare alla porta. Era Alessandro, che riportava i bambini.
“Come stai?” le chiese.
“Bene. Abbastanza. Com’è andata?”
Alessandro ignorò la sua domanda.
“Dov’è?”
Nora arrossì, abbassando gli occhi.
“Fuori. A portare Chinook a spasso”
Alessandro spinse dolcemente i bimbi dentro casa.
“Bacio a papà. Fate i bravi. Ci vediamo presto”
Si rivolse poi a Nora.
“Tutto bene, mangiato, dormito, giocato”
Fece una pausa.
“Avrai bisogno in settimana? Faccio il primo”
“Teoricamente no. Teresa va a prenderli all’asilo. Ma… se vuoi ti faccio un colpo”
“Sì… beh, sì. Magari un giorno o due. Anche attaccati al fine settimana”
“Ti telefono”
Alessandro si voltò senza salutarla. Nora chiuse la porta. Gridò all’indirizzo dei bambini:
“Via scarponi, giacche e tutti nudi! Bagnetto!!”

Notte. Le persiane lasciavano filtrare appena la luce dell’unico lampione dalla strada. Sotto il piumino faceva caldo. Nora non riusciva a dormire, però. Allungò una mano a toccare il corpo nudo di Bruce, che dormiva accanto a lei. Ma qualcosa la fermò. C’era… qualcosa che le impediva il passaggio… Rimase interdetta, poi finalmente capì. Andrea si era trascinato fino in camera sua e si era infilato nel letto, in mezzo a loro due! Passò sulla testa del bambino e andò a toccare Bruce sulla spalla, dolcemente, ma abbastanza forte da svegliarlo.
“Mmmh!! Cosa??”
Nora gli parlò sottovoce.
“Bruce… devi vestirti”
“mmm… perché… perché??”
“C’è Andrea in mezzo…”
“… chi…?”
“Andrea… Bruce sono Nora, svegliati…”
Bruce si voltò. Vide gli occhi di Nora brillare nel buio, sopra una testolina castana. Che russava.
“Oh cavolo”
Sgattaiolò fuori del piumino, rabbrividendo, entrò nel guardaroba, e accesa la luce cercò e indossò il pigiama. Nora lo raggiunse poco dopo.
“Scusa se ti ho svegliato…” lo baciò sulle labbra “Ma non mi pareva il caso che il bimbo si svegliasse domattina e ci trovasse nudi come due bruchi”
Bruce sorrise.
“Hai fatto benissimo. Torniamo a letto, ora”

Nora si alzò presto la mattina seguente. Si vestì, preparò velocemente la colazione per tutti, poi iniziò a svegliare e vestire i suoi figli per portarli all’asilo. Prima di uscire, passò in camera da letto. Bruce era ancora sotto il piumino.
“Io vado… ci sentiamo in giornata. Stasera parliamo un po’ di come possiamo organizzarci ora che siete qui”
“Cosa si fa in questo posto quando le donne con cui far l’amore non ci sono…?
“Si va al MART! Ti chiamo tra poco”
Bruce, grugnendo, tornò sotto il piumino.

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SPECTACLE WITH BRUCE SPRINGSTEEN 25.09.2009

American Skin acustica, basterebbe questo per volere questo bootleg di Springsteen in DVD. Stupendo.

Elvis Costello presents Spectacle with… Bruce Springsteen (apocalypse sound)

Apollo Theater, New York City, New York, USA, September 25th 2009

Episode 1 (Broadcast Date : January 20, 2010)
01. She’s the One – Elvis Costello, Nils Lofgren & The Imposters
02. Interview #01
03. Wild Billy’s Circus Story – Bruce Springsteen, Nils Lofgren & Roy Bittan
04. Interview #02
05. American Skin (41 Shots) – Bruce Springsteen
06. Interview #03
07. I Can’t Stand Up For Falling Down – Bruce Springsteen, Elvis Costello, Roy Bittan, Nils Lofgren & The Imposters

Episode 2 (Broadcast Date : January 27, 2010)
01. Radio Silence – Bruce Springsteen, Elvis Costello, Roy Bittan, Nils Lofgren & The Imposters
02. Radio Nowhere – Bruce Springsteen, Elvis Costello, Roy Bittan, Nils Lofgren & The Imposters
03. Radio Radio – Bruce Springsteen, Elvis Costello, Roy Bittan, Nils Lofgren & The Imposters
04. Interview #01
05. Pretty Woman – Bruce Springsteen & Elvis Costello
06. Interview #02
07. Seeds – Bruce Springsteen, Elvis Costello, Roy Bittan, Nils Lofgren & The Imposters
08. Interview #03
09. Black Ladder – Bruce Springsteen, Elvis Costello & Nils Lofgren
10. Interview #04
11. Galveston Bay – Bruce Springsteen & Roy Bittan
12. The Rising – Bruce Springsteen, Elvis Costello, Roy Bittan, Nils Lofgren & The Imposters

DVD : NTSC CODE REGION 0 (Plays on all DVD players) DOLBY DIGITAL INTERACTIVE MENUS
SOURCE: TV BROADCASTS 1 DVD TRIFOLD DIGIPACK SLEEVE

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Blue Collar Troubadour

Spero che questo articolo del 1984 sia di vostro interesse.

Che ne pensate?

BLUE-COLLAR

TROUBADOUR

At 34, Bruce Springsteen has never been better, as his barnstorming road showrollsacrosstheU.S.A by Chet Flippo
Groaning and sweating cannonballs, Bruce Springsteen jounces along in the passenger seat of a packed-to-the-gunwales van barreling out of downtown Detroit at 4 in the a.m. He radiates waves of locker-room Ben-Gay powerful enough to knock down a charging rhino at 30 yards. And he s happy. Happy as only a certifiablyfanaticalrock n rollercan be when he has just strapped on his Fender Telecaster guitar and blown away 24,039 also certifiable rock fans in the very heart of Motor City. Home of the Cadillac and of the Motown Sound. A tough audience. Bruce had just brought them to their knees with three and a half hours of no-mercy, flat-out rock n roll played the way God intended, and now he issuffering for it. Even after a half-hour rubdown by his trainer, Bruce aches from the grueling marathon of singing, dancing and screaming.
Man, he rasps in that familiar Jersey Shore staccato, this was a four and a half tonight. A visitor crammed up against a guitar case behind him asks what he means. I usually lose between three and five pounds during a show, he says. This felt like a four point five. He laughs a contented laugh, and the van sails on through the night.After laying out for three years, the Boss is back with a vengeance. Back with no flash, no lasers, no glitter, no glove. Back with his highly personal brand of straight-ahead, gJoves-off rock overlaid with a deceptively folksy vox populi that has made him the poet of the blue-collar baby boomers, for whom his carefully wrought songs sound like letters ftom home. Just as Hank Williams and Woody Guthrie did before him, Springsteen articulates the thoughts of an entire class of people. And right now nobody does it better. In Detroit Springsteen learned that his new album, Born in the U.S.A., was No. 1 on the charts, the LP s first single release, Dancing in the Dark, was No. 2, and the tour was steaming along at such a pace that he had sold 202,027 tickets—that s 10 nights—at Brendan Byrne Arena in home state New Jersey in just two days. And the tour (this week Bruce is in Washington, D.C.) is going to continue for at least a year, with forays to Canada, the Far East and Europe.
Given all that, the trappings of rock superstardom were astonishingly absent backstage at Detroit s Joe Louis Arena earlier on the balmy summer evening. The fans milling around outside were so well-mannered that even the cops were yawning. No stretch limos for the rock stars; just unobtrusive vans. No stiletto-heeled, slit-skirted, glossy groupies stalking their turf. In the dressing rooms and the tunnels backstage, there were no drugs and nothing stronger to drink than beer.
Welcome to the Hardy Boys on the Road, laughs a management associate. She s kidding, of course, but there s a hearty, all-American air to the proceedings that one doesn t usually find at this sort of event. Sit down, comes a holler from a man with a familiar rock face. He s assistant road manager Chris Chappel, for many years in The Who s organization. Chappel explains he s happy to be here for many reasons. For one: Sanity, no drugs. For another, he s a fan: When I first saw Bruce at Hammersmith Odeon [in London] in 1975, I knew immediately that the rock n roll torch had been passed from the Beatles and the Stones and The Who to him. I had never seen such a great show. And I still haven’t.”
Meanwhile, Bruce is winding up his usual exhaustive sound check in a cavernous hall. He is one of the few rockers who bothers to do a walk-through, listening carefully from every area of the hall while his band is playing. Then he disappears into his dressing room,to remain alone until the show starts. This is a typically exuberant Bruce crowd, screaming Brr—uuu—ce chants that sound like “boos” to the uninitiated. They
hold up lighted matches and those 99-cent discount lighters and scream for Br—uuce some more. Then they stomp and shake the floor and do the Wave and cheer each other. When Bruce finally gains the stage at 8:35 p.m., the spontaneous roar from 24,039 throats is seismic, physically felt, unsettling in its Intensity. Most performers never get thls klnd of ovation when their concerts end. Bruce is clearly among friends In Detroit. He’s a folk hero in his biker boots, tight jeans, kerchief headband and short-sleeved sport shirt with Its sleeves rolled up to display his newly pumped-up biceps. And he’s sporting a proud attitude that proves to be contagious when he rips into Born in the US.A., a blue-collar anthem of the ’80s If ever there was one (kid gets drafted, sent to Vletnam, then prison and every other raw deal possible, but remains a “cool rocking Daddy In the U.S.A.”). The applause is, of course, thunderous. Some of the blue collars in the $14
seats behind the stage (all tickets are $14 or $15) unfurl American flags.

TUTT’ALTRA MUSICA – IL BOSS E L’ ITALIANA 11^ PARTE

La parte precedente del racconto di Sharonlacorta la trovate qui.

Vi ricordo che  accetto guest post quindi se avete voglia di scrivere qualsiasi cosa a tema Springsteen contattatemi.

“Buona questa marmellata…” Evan parlò con la bocca piena.
Nora sorrise.
“Come le fanno gli altoatesini non le fa nessuno… anzi no. Forse questa è austriaca…” prese il barattolo e leggendo i caratteri minuscoli a un metro e mezzo confermò:
“Sì, sì…”
Bruce rise.
“Ehi, donna! Sei più giovane di me e hai bisogno degli occhiali da lettura??”
Nora si rabbuiò scherzosamente.
“Vedrai tu… quando toccherà anche a te…”
“Oh ma a lui tocca già, sai?” precisò Evan.
“Massì???” chiese divertita Nora.
“Mi pareva che soltanto il povero Garry dovesse inforcare gli occhiali per vedere la tastiera del basso…”
“Figurati… papà è orbo come una talpa. Solo che non si arrende…”
Nora sorrise maliziosa.
“Che poi, l’occhialino da lettura fa così sexy…”
“Smettetela. Io ci vedo benissimo”
Evan sorrise.
“Ok papà…”

Capitolo IV

Il telefono di Nora squillò.
“Il mio treno è in orario, se vuoi saperlo”
“Benone! Ci mettiamo in macchina e veniamo alla stazione”
“Naaaaaa. Vieni già con lui?”
“E Evan”
“Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!! Si è portato un figlio dietro??”
“In realtà era pattuito….”
“Io sempre l’ultima a sapere le cose, vero?”
“Si chiamano sorprese, noiosa!”
“Siate puntuali, sai quanto detesti aspettare”
“Sissignora”

Nora relazionò Bruce sulla visita dell’amica. Bruce non se lo fece ripetere due volte: chiamò Jon al telefono e in un batter d’occhio il SUV nero si presentò a casa di lei.
Si recarono tutti alla stazione a prendere Giulia, il cui treno sarebbe appunto arrivato in orario. Il cantante fece girare poche teste: il paese non era molto grande e la gente non lo riconobbe, o se lo riconobbe pensò che non sarebbe stato plausibile che fosse lì, quindi continuò come se niente fosse. Cosa che a Bruce piacque parecchio.
Sulla banchina, non appena il treno si fu fermato, Nora cercò con lo sguardo tra i tanti passeggeri scesi, la sagoma familiare della sua amica. Finalmente la vide. Giulia le sorrise, mentre Nora le si fece incontro: Bruce, Evan e Jon rimasero in disparte.
“Eccoti!! Hai viaggiato bene?”
“Poche chiacchiere, Festi! Cosa ci fa così LONTANO??? Ha paura di essere morso?”
“Beh, poiché gli ho raccontato che tipo sei… sì!”
Si avvicinarono e ci fu uno scambio di convenevoli. Giulia sentì un fremito. Anche a lei Springsteen piaceva parecchio e benché fosse abituata per cultura e formazione morale a fare il Grillo Parlante dell’amica, non potè evitare di sentirsi anche lei percorrere da un brivido di emozione.
“Ecco, la mia amica mi ha parlato molto di te, al di là di quanto io potessi già sapere per conto mio ma… E’ davvero un piacere conoscerti!”
“Se è così allora sai già molto… Tendo a non raccontare i fatti miei alla stampa”
Bruce le strinse la mano con vigore.
“T’ha parlato di Evan?” La rockstar presentò il figlio a Giulia.
“Ma ciao. In compenso tu sei molto meglio dal vivo che in foto…”
Evan arrossì.
Si avviarono tutti in macchina e poi verso casa di Nora. Bruce ed Evan rimasero “isolati” per un po’: le due amiche quando si incontravano si lasciavano trascinare da chiacchierate torrenziali. Poi, una volta giunti a casa, finalmente i due uomini vennero “reintegrati” nella vita delle due donne.
Durante lo svolgersi della giornata, Giulia ebbe modo di avvicinarsi a Bruce.
“Allora, come si sta in Italia?”
In quel momento erano sul portico della casa di Nora, che dalla mezza montagna guardava sulla vallata sottostante.
Bruce sorrise.
“Sempre molto bene”
“Beh… se posso spezzare una lancia sei… capitato bene. Nora è un’ottima padrona di casa”
Bruce guardò lontano, verso il panorama in valle.
“E’ anche altre cose”
“Se fossi un’adolescente sbroccata lascerei che fosse l’invidia a parlare per me… ma non lo sono. Adolescente e sbroccata, intendo. Nora è la mia migliore amica, da tanti, tanti anni. Ci siamo conosciute in tempi non sospetti, sono stata la sua testimone di nozze e sono la madrina dei suoi figli. Io dovrei, e se devo essere sincera ho tentato, seppur con poca convinzione, di ridurla a più miti consigli, dicendole di lasciar perdere. Ma lei naturalmente non lo ha fatto, troppo un Leonaccio. Quindi ti dico: non ho ben capito che tipo di piega abbia preso questa storia, ma sarà meglio per te se la tratti coi guanti. Sarò… più dolce, ma ferma e chiara: se non sei sicuro di quello che fai, non metterti in mezzo, non farle sfasciare la sua famiglia. Anche se, a dire il vero, a questo credo riesca benissimo da sola”
Bruce mostrò un sorriso timido.
“Sei una persona molto diretta… Nora è fortunatissima ad avere un’amica come te. Ti assicuro che l’unica altra volta in cui sono stato così sicuro di quello che facevo è stata… quando ho sposato mia moglie. Con Patti non funziona purtroppo più come prima e ho deciso di compiere un’altra scelta: voglio condividere la mia vita con Nora. Le mie intenzioni sono serissime, se è questo che vuoi sapere…”
“Non vorrei averti offeso ma… Nora è… come posso dire. Trasfigurata. Se questa storia si rivelasse una bolla di sapone, se tutto prendesse un’impostazione… ‘consumistica’, sono sicura che ne morirebbe. Quel che intendo è questo: se dev’essere sport… ti prego: lasciala stare”
Bruce scosse la testa.
“Non è stato sport nemmeno la prima volta. Io… “
“Ok, questo mi basta. Rientriamo? Fa un freddo becco…(it’s beak cold!)”
“Subito…”

——-

Alla prossima settimana.

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SPRINGSTEEN IN EUROPA !!!







La notizia è di quelle che fanno squillare i telefoni alle sei del mattino, anche se fosse domenica.
Quando Tsitalia me la trasmette non vado neanche a leggere lo schermo del pc alle sue spalle, vado direttamente al calendario da muro nella stanza accanto a verificare le date. 
Che strano, non ricordavo di aver portato qui il mobile TV della mia camera a casa dei miei. Oltretutto ingombra da morire e Zzi non si è ancora lamentato, meglio così.

Vediamo, allora, quali sono i giorni dei concerti di questo improvviso mini tour di Springsteen in Europa:

24, 25 e 27 Maggio: Dublino 
29 Maggio: Londra
31 Maggio: Bruxelles
2 Giugno: Parigi
5, 6 Giugno: Milano
9 Giugno: Roma
11 Giugno: Bologna
13 Giugno: Lubiana
14 Giugno: Zagabria
17, 18 e 20 Giugno: Stoccolma
22: Goteborg
24: Copenhagen
26, 27 e 29: Barcellona

“Amore, ragioniamo. A parte il fatto che siamo fottuti, analizziamo lucidamente [si fa per dire] la progressione:
Fine Maggio a Dublino: un classico: è ovvio che c’ha l’anniversario con l’amante, altrimenti non mi spiegherei tanta regolarità. Noi ci siamo sempre andati, non vorrei che non vedendoci si offendesse.
Il 2 giugno in Italia è ponte, quale occasione migliore per invadere la Gallia?
Milano è teoricamente bidonabile, ma essendo due serate è fondamentale andare almeno alla seconda.
Bologna è l’ultima data italiana, sicuro che fa For You, bisogna che ci andiamo.
Lubiana è Lubiana, è dientro l’angolo e non ci sarà nessuno…e poi, guarda che comodo: Bologna – Trieste/doccia – Lubiana, è una tratta unica, quando ci ricapita di passar da casa?”
“Non c’è il matrimonio della tua amica a Tortona il 12 Giugno?”
“Me ne fotto, capirà.
Zagabria, idem, anzi, quasi quasi mi metto già in coda.
La Scandinavia è la Scandinavia, ma a qualcosa bisogna pur rinunciare, però andiamo a Copenhagen per il nostro anniversario e poi Barcellona, che ti lamenti sempre che non ti porto mai al mare.
Che ne dici?
Eh, che ne dici?”
“Troppe date”
“Eh, belin, lo vedo che sono troppe date, ma cadono tutte bene. Tu hai ferie?”
“Le dovrei spostare, ma le ho. Tu, piuttosto, non so quante ne abbia maturate”
“Checcefrega, Zzi, tanto a Giugno mi licenziano”
“Ma no, sei andata anche a Roma a imparare…”
“Sì, sì, facciamo che lo so già che mi licenziano, facciamo anche che adesso andiamo al Verdi a comprare i biglietti, eh?”
“Per l’opera?”
“Ma che opera, cosa vuoi che me ne freghi dell’opera! Per Bruce! Facciamo che li vendono adesso al teatro Verdi, ma bisogna che ci muoviamo altrimenti le vecchine ci prendono a bastonate. Anzi, guarda, adesso vado dentro l’ufficio postale e gli chiedo se ci imprestano la macchinetta che fa i numeri della coda, così evitiamo litigi.”
“Ma siamo già in coda davanti al teatro?”
“Sì, hai visto? E siamo vestiti da casa, porca miseria, si vede che siamo usciti di corsa”
“Va beh, tanto mica andiamo a teatro, siamo venuti solo a comprare i biglietti”
“Ma metti che passa qualcuno che mi conosce? Ecco, vedi? C’è la mia amica che suona che è venuta a far le prove e io sono in pigiama e con le ciabatte rattoppate”
“Fanno le prove alle sette del mattino?”
“Sai come sono i musicisti. Quanti biglietti venderanno a testa? E quanti soldi hai?”
“Io non ho soldi, sono vestito da casa: ho in tasca solo il fazzoletto sporco”
“Merda. E il bancomat?”
“È a casa”
“Andiamo a prenderlo”
“Hai le chiavi?”
“No che non ho le chiavi! Cazzo, guarda come sono vestita, sembro Artur Dent, ho anche la vestaglia adesso!”
“Quindi siamo chiusi fuori”
“Ma come cazzo fai a essere così calmo? Siamo chiusi fuori di casa, in pigiama, senza soldi, davanti al teatro dell’opera per comprare i biglietti di un tour di Springsteen che inizia tra meno di due mesi annunciato dieci minuti fa, assediati dalle vecchie che vogliono passarci davanti per prendere il numerino della posta e tutta l’orchestra che passa e ci deride. Ma ti rendi conto o no di quanto è surreale la situazione?”
“Io sì”
“E sei così calmo?”
“Non è mica reale. Mciù. Mciù”
…  …
“Non darmi bacini!”
“Non vuoi bacini, piccina? Ti rigiravi tutta!”
“Oh, ciao Zzi. Scusa, sì che voglio i bacini del buongiorno. Facevo un brutto sogno, eravamo a comprare i biglietti di Bruce, ma non avevamo i soldi…”
“Su, su. È passato.”
“Sai ho sognato che c’era un tour adesso”
“Vai a fare il caffè, io scarico il Fatto, poi mi racconti”

“Larry! C’è davvero! È scritto sul giornale: <>”é>
“Uaaah! Lubiana! Allora è stato un sogno premonitore! Sono in collegamento telepatico con Springsteen, come Dracula e Mina, come Harry Potter e Voldemort, come Sam e Oda Mae. Sono una strega! Sono una medium!”

“No! Sei una boccalona, era un pesce d’aprile!” 

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